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La storia della fiera di San Michele: il palazzo San Michele o “hostaria granda”

CULTURA E SPETTACOLO - 20 09 2019 - Ivan Bormolini

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/Storica immagine del palazzo San Michele1

L'edificazione del tempio mariano sin dai primissimi anni era stata accompagnata anche dalla costruzione del palazzo San Michele, chiamato “hostaria granda”.

La struttura era stata per secoli il principale punto di riferimento dei Grigioni in Valtellina e lo stesso valeva per i tanti mercanti, gli stessi ufficiali delle Tre Leghe, sino ai devoti fedeli oppure semplici viaggiatori.

Risulta che l'imponente palazzo, la cui facciata ed il bel porticato, si armonizzano perfettamente con il contesto storico della piazza, era in fase di avanzata costruzione nel primo decennio del Cinquecento.

Nel 1513, venivano poste le colonne a delimitazione del porticato ed i lavori avevano visto un'accelerazione dopo il privilegio concesso per tenere la fiera di San Michele.

 

Per ciò che concerne l'Hosteria, la quantità di beni dati agli avventori, o in altro modo ceduti presso la stessa, erano di notevole importanza, questo è dimostrato dai proventi dell'esercizio che costituivano la fonte di entrata prevalente.

Parliamo ora di questi beni e delle loro quantità, decisamente importanti: nel 1671, quando la gestione era esercitata direttamente dagli amministratori del santuario erano stati utilizzati circa 520 ettolitri di vino ( tra quello di produzione propria e quello acquistato ); quasi novanta quintali di frumento; oltre 20 quintali di segale; circa 40 di biada ed altri grani. Si aggiravano intorno ai 75 quintali le quantità riguardanti il fieno o la paglia. In quel' anno erano stati acquistati 42 vitelli; 168 tra castrati e capre, 23 capretti, 8 capponi, 5 maiali 3 pecore, 7 capre e 11 pollastri.

Da includere in questa lista anche la selvaggina ed i capi di bestiame allevati direttamente. Circa 450 era i quintali di legna; comprati 9 quintali di formaggio; tra i latticini spiccano anche i 440 chilogrammi di burro e 120 litri d'olio, oltre alla produzione diretta.

 

Non mancava il pesce con una prevalenza di trote pari a 240 chlogrammi; le spezierie, i 176 pollastri, le 45 galline, 175 piccioni, molti capi di selvaggina, quasi un quintale di lumache e 4.250 uova.

Varia era la verdura in particolare verze per oltre 4 quintali e mezzo, anche la frutta era presente assieme ad latri generi tra cui 450 chilogrammi di sale, forse in parte trasferiti a terzi.

Giustamente il grande storico tiranese Diego Zoia dice che pur ammettendo un certo autoconsumo, le cifre sono veramente imponenti; il giro d'affari segnava un ulteriore aumento nel Settecento quando l'Hosteria veniva gestita da privati, per poi diminuire in seguito.

 

In tutto questo di tutto rilievo appare lo smercio di vino attestabile intorno all'ettolitro e mezzo al giorno: parte di questo prodotto era anche venduto all'ingrosso, ma il dato mostra quanto quanto l'Hosteria fosse frequentata.

Lo studioso Gianluigi Garbellini afferma che dall'Ottocento il San Michele diveniva un albergo vero e proprio, affidato dal comune al locatore con regolare gara d' appalto. Tale vi era rimasto sino agli inizi del Novecento per poi trasformarsi fin verso il 1960 in caserma del Comando della Guardia di Finanza.

 

Il grande palazzo ha subito dopo le ristrutturazioni degli anni 70 una mutazione, infatti erano state distrutte due intere ali dell' edificio, snaturando la fisionomia di un unitario complesso dove, accanto agli alloggi per le persone figuravano stalle per i cavalli, il torchio, i capienti locali per i tini, per lo stoccaggio delle granaglie e altre derrate alimentari, frutto dei beni posseduti dal santuario, le cui entrate ed uscite restano meticolosamente registrate nei libri dei conti.

 

Ivan Bormolini

( Fine terza ed ultima parte )

 

FONTI: “Il Santuario della Madonna di Tirano 1514-2004” Alessandro Dominioni Editore. Fonte tratta da “ Il tesoro del tempio: la gestione amministrativa del santuario e attività connesse”, P. 194/195/196. Autore Diego Zoia. Stampa Tipografia Bettini Sondrio. Anche le fotografie pubblicate sono tratte dalla stessa opera.

“ La Madonna di Tirano. Monumento di fede di arte e di Storia. Autore Gianluigi Garbellini. Le notizie riportate sono state tratte dalla ricerca “La piazza” P 61/62. Stampa: finito di stampare nel mese di giugno 2004 dalla Tipografia Polaris Sondrio.

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