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La nuova (assurda) battaglia contro le forze dell’ordine

CULTURA E SPETTACOLO - 12 08 2017 - Alessandro Cantoni

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/polizia

Qualcuno ricorda gli anni del terrorismo nero e rosso degli anni ’70? A quel tempo le ultrà rivoluzionarie di Avanguardia Operaia, del Movimento Studentesco e di altri gruppi extraparlamentari di estrema sinistra mostravano sadicamente le loro parti intime al grido di: «la nostra fica non è per voi, maiali in divisa, ma per i compagni proletari!». Tornando a Bologna ed in altre roccaforti di sinistra sembra di respirare lo stesso clima di quarantasette anni fa. Ancora oggi, nei covi rossi dei centri sociali, è in atto una nuova forma mentis retrograda, che «viene da lontano», come sostiene Virginio Merola.

 

Un comportamento irriguardoso persiste nei confronti delle forze dell’ordine da parte di numerosi comitati studenteschi anarchici o filo comunisti, ma anche da una branca del giornalismo italiano. Sono ingiustificabili le accuse di estorsione rivolte agli agenti che ieri hanno sgomberato la ex caserma Masini di via Orfeo, a Bologna. La resistenza opposta dai ragazzi del centro sociale Làbas è totalmente scorretta, poiché la magistratura ha parlato di abusivismo. Le occupazioni, a prescindere da qualunque scopo, sono proibite in termini legislativi. Il linguaggio giuridico non ammette espedienti. Ad esso non si può frapporre quello ideologico delle ‘buone intenzioni’.

 

In Italia, presso le giovani generazioni, sembra essersi radicata una cultura anarchica. Occorrerà allora trasmettere principi di rigore e di rispetto verso i pubblici officiali al servizio dello Stato.

 

Ricordare il gravoso impegno dei nostri militari e delle forze armate è un dovere civico ed un impegno che dovrà essere assunto dalle Istituzioni, a partire dalle scuole. Ed è sempre più urgente in un mondo minacciato dal fondamentalismo religioso e dalla criminalità organizzata. Gli atti di eroismo sono compiuti dalle forze speciali che ogni giorno tutelano la vita di ciascun cittadino e regolamentano l’ordine pubblico delle nostre città. Non sono certamente quelli dei facinorosi che occupano edifici pubblici, in nome di un ideale fallito.

 

Alessandro Cantoni

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