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La grande arte nel tempo dei quattrocento anni dall'apparizione

CULTURA E SPETTACOLO - 29 09 2018 - Ivan Bormolini

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Rosone

Concludiamo con questo pezzo, i ricordi inerenti ai quattrocento anni dell'Apparizione.

Mi è sempre piaciuta la definizione inerente al nostro santuario “scrigno o monumento di fede, di arte e di storia”.

In tema artistico il comitato per le celebrazioni quattrocentesche, non aveva certo lesinato. I membri di questo storico gruppo organizzativo infatti avevano deciso, a perenne ricordo della ricorrenza  “di dotare il santuario d' opere artistiche che aggiungessero decoro e bellezza al magnifico tempio e lo rendessero ricco e degno sempre più d'ammirazione da parte dei visitatori”.

 

Si era prestato a tale grande scopo il tiranese Angelo Andres, professore universitario a Parma e membro del citato comitato.

Questo professore, uomo lungimirante a cui precedenti amministrazioni comunali, hanno doverosamente dedicato una via cittadina, aveva promosso una sottoscrizione tra le principali famiglie di Tirano.

Il tutto avveniva per poter coprire le spese per realizzare le inferiate di tutte le finestre del santuario, nove monofore e tre rosoni.

La realizzazione delle inferiate veniva affidata al fabbro locale Carlo Magni. Il risultato non aveva tradito le aspettative, ancor oggi ammiriamo capolavori di grande perizia tecnica, dove il Magni aveva saputo dare una notevole impronta artistica.

Lo stesso Andres, coadiuvato dall'ingegner Andrea Ferrari di Milano, si era occupato anche delle vetrate, queste erano state commissionate alla ditta Beltrami & C. di Milano.

 

A tal proposito l'Andres riferiva alla Commissione per il culto nel santuario: il costo per ciascuna inferriata delle finestre laterali era di lire 40, per ciascun rosone di lire 120. Nello stesso con dettaglio lo stesso professore comunicava i nominativi di coloro che avevano garantito con le loro offerte, la copertura delle spese.

Avevano contribuito per le nove inferriate delle finestre le seguenti persone: i conti Giuseppe e Filippo Salis, la contessa Teresa Salvi Calvi, il conte Bernardo Torelli, il commendator don Gino Visconti Venosta, le sorelle e benefattrici Maddalena e Cosima Foppoli, i fratelli Carlo, Tito e Ulisse nobili Quadrio, la signora Nina De Giovanni Gervasi, l'avvocato Enrico nobile Buttafava ed il ragionire Carlo Lantieri.

La spesa per il rosone della facciata era stata assunta da monsignor Giacomo Merizzi, presidente onorario del comitato, dal clero di Tirano e dalla contessa Celestina Torelli.

 

In merito al rosone meridionale, i fondi erano pervenuti dai nipoti di don Bernardo Homodei di Sernio: Elisabetta Homodei della Croce, Teresa Homodei Andres e Amalia Homodei Ciboldi.

Infine le risorse per il rosone settentrionale erano state messe a disposizione dagli Omodei, discendenti di Mario Omodei.

Nell'ottobre del 1903, è l'Andres faceva visita ai Beltrami, e vi trovava pronte le vetrate delle finestre laterali. Dopo opportune modifiche, lo stesso professore riferiva al comitato.

Nel marzo dell'anno successivo tutte le vetrate venivano consegnate e, dopo accurate istruzioni, poste in sito, diremo oggi poste in opera, con grande soddisfazione dei committenti.

 

A porre una nota stonata, davanti a tanta bellezza artistica era stato il sindaco Andres, di cui vi ho già parlato in occasione della “ripicca” inerente alla lapide posta sulla casa del Beato Mario.

Infatti il fratello del professor Andres non aveva esitato a definire le figure delle vetrate “come degli sgorbi qualsiasi, veramente esiliranti”, ben lontani dalle aspettative.

Queste affermazioni, erano contenute in una nota dello stesso primo cittadino, datata quattordici maggio 1904 ed indirizzata alla Commissione del culto presso il Santuario della Beata Vergine Maria.

 

Di parere nettamente opposto era stato il giudizio dell'ingegner Giussani che definiva le vetrate come vere e proprie opere d'arte, interessanti e meritevoli di sincera lode.

In occasione di quella storica ricorrenza non erano mancate in santuario altre opere di restauro ed ammodernamento.

Oltre a questo, in previsione dell'arrivo di devoti e fedeli, il comitato, sempre grazie alla regia del professor Andres, coadiuvato anche in questo caso dall'ingegner Ferrari, aveva predisposto altre piccole opere.

Si erano ordinate medaglie commemorative, medagliette, immagini e cartoline.

 

Ivan Bormolini

 

FONTE: Il Santuario della Madonna di Tirano 1504-2004. Alessandro Dominioni Editore. Le celebrazioni centenarie del 1904. Autore Gianluigi Garbellini. Stampa Tipografia Bettini Sondrio

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