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La “camminata“ del giro del lago di Poschiavo

CULTURA E SPETTACOLO - 24 07 2020 - Ezio (Méngu)

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/lago di poschiavo, pietra

Sarà quel che sarà, ma io alle storie ci credo poiché esse, a ben pensare, contengono sempre un germe di verità, di quelle verità che ti fanno amare le cose di questo vecchio e strambo Mondo. Ve ne racconterò una sentita tanto tempo fa da un vecchio. Era seduto su un grande masso rotondo, somigliante ad pianale d’un tavolo, appoggiato da chissà quale forza titanica, su altre pietre.

 

Lo troverete percorrendo l’incantato sentiero che costeggia il lago di Poschiavo presso il borgo di Miralago. Vi apparirà stupendo, dopo un centinaio di metri sulla vostra destra appena oltrepassato una stupenda Villa del ‘900. Sin da ragazzo è mia abitudine, spesso in modo solitario e in ogni stagione, fare “ la camminata” del giro del Lago di Poschiavo. Ho visto quel lago interamente ghiacciato e da giovane ci ho anche camminato sopra. L’ho visto tutto innevato, con il manto immacolato e con le tracce di animali che lo avevano attraversato. Dicono che dove è passato un animale sopra l’acqua ghiacciata può passare anche un uomo senza che si rompa. Chissà se è vero ! Ho visto le acqua di superficie “ ribollire “ sotto furiosi temporali e agitarsi come fosse un mare in tempesta. L’ho ammirato quando faceva da specchio alle montagne innevate e ai monti verdeggianti. Ho visto la figura del trenino rosso specchiata nelle acque incredibilmente calme e cristalline e ho esultato di gioia quando nelle acque increspate dalla brezza ho visto mille e mille stelline luminose danzanti. L’ho visto grigio e torbido, con uno strato orribile di legname trascinato dalla furia delle acque dopo una terribile alluvione. Altre mille cose ho visto che serbo preziose nel mio animo. Amo quello specchio di cielo, dove ogni mio sogno mi sembra realtà. Ebbene, quello che sto per raccontarvi potrà sembrare un sogno, ma quando passo accanto a quel masso circolare mi sembra di vedere il vecchio e sentire la sua voce. Era una domenica mattina d’inizio autunno . Spirava una brezza che increspava le acque. Il sentiero era deserto. Mi ero incamminato dal borgo di Miralago con passo veloce con l’intento di fare il giro del lago in meno di un’ora. Le acqua del Lago erano basse, si scorgeva la grande sagoma in legno presso la riva di Miralago, bocca che preleva le acque dal lago per convogliarle nelle turbine della centrale di Campocologno. Dopo aver transitato su ponte, presso le grandi paratoie, mi ero fermato alcuni attimi per ammirare una stupenda fontana in pietra nel giardino di una villa del ‘900. Poi avevo ripreso con passo veloce l’ordinato sentiero. Poco innanzi a me ho visto un vecchio seduto sulla grande pietra circolare posta a lato del sentiero. L’ho salutato con un caloroso “ Buon giorno “. Mi ha risposto con un sorriso “ Bun dì e bùna duménga “. Ho pensato tra me: “ Dalla parlata deve essere un Poschiavino”. Il vecchio sembrava stesse facendo un giuramento. Aveva il braccio destro teso e con il palmo della mano accarezzava la grossa pietra proprio al cento dei due cerchi concentrici scavati nel pianale del masso. Il vecchio mi è parso stanco , ma i suoi occhi brillavano di una luce misteriosa. Lo guardai incuriosito e lui mi disse : “ Figliolo, poni anche tu con me, la tua mano nel centro di questa pietra . Ti porterà fortuna e potrai , come ho fatto io per anni e anni, fare la “camminata” del giro del lago. I miei avi mi hanno raccontato che questi due cerchi concentrici li ha incisi il mago Meschino. Raccontano che quel giorno splendeva un tiepido sole di primavera, e il lago brillava quasi di luce propria . Dicono di aver visto il mago Meschino scendere dai monti con una piccozza e incamminarsi verso la riva di Miralago. Camminò un poco nel bosco, dove c’è la grande pietraia dell’antica frana che si staccò dal versante montuoso destro e che sbarrò le acque formando il lago. Con un urlo che rimbombò tre volte tra i monti circostanti sollevò in alto una enorme pietra rotonda e la posò sul piano a lato dello stretto sentiero che costeggia il lago. Ne fece la tavola di pietra che ora tu vedi. Poi si eresse gagliardo nel bel mezzo della pietra e , con la punta della piccozza , mente le acque del lago si agitavano come in tempesta, girando su se stesso, tracciò il primo grande cerchio, simbolo della “camminata” tra gli stupendi monti, poi tracciando il cerchio più piccolo , anch’esso simbolo della “camminata” intorno al lago disse:” Coloro che passando accanto a questa pietra poseranno il palmo della loro mano destra al centro di questi due cerchi, io darò loro la gagliardia di scalare questi monti e la forza per una “camminata” intorno al lago, per anni e anni: lo dico con il braccio teso, l’ho detto e lo farò. “ Il vecchio seduto sulla pietra mi sorrise e dopo un lungo sospiro disse .” Il mago Meschino ha mantenuto la sua promessa. Ho più di cento anni. Mille e mille volte ho fatto il giro del lago. Ad ogni giro ho posato il palmo della mia mano al centro della pietra. Ora sono stanco ma il mago Meschino mi darà la forza di fare l’ultimo giro. Figliolo, fa come ha detto il mago e avrai lunga vita e farai mille “ camminate” del giro del lago “ . Ora va”, figliolo, va” : E più non lo vidi.

 

Ho dato retta al vecchio. Sono trascorsi molti anni e ora sono vecchio anch’io, ma per compiere la “camminata” del giro del lago ho sempre la forza e la gagliardia. . Così sarà anche per Voi che leggete, ma solo se mantenete fede a questa storia.

 

Ezio (Méngu) 

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