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L'ospedale di Sondrio dai primi del '900 al nuovo assetto degli anni '50-'60

CULTURA E SPETTACOLO - 24 03 2020 - Ivan Bormolini

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/ORTOGRAFIA DELL'OSPEDALE DI SONDRIO GIACOMO MORAGLIA 1837
ORTOGRAFIA DELL'OSPEDALE DI SONDRIO GIACOMO MORAGLIA 1837

(Di I. Bormolini) Verso la fine dell' 800 e gli inizi del 900, l'onere finanziario dell'ospedale era notevole: nel 1903 su 331 entrati 203 erano a carico della struttura, i rimanenti a spese del comune e dello stato, questi ultimi erano militari e guardie, coloro che si pagavano la degenza erano rari.

 

Va detto che l'ospedale erogava fondi per la costruzione della Casa di ricovero ( 1883 ), ed ogni anno elargiva somme per il Fondo scrofolosi, tuttavia nel tardo 800 era costretto a fare economia sul personale.

Si consideri che nel 1889 lo stipendio del dottor Andrea Carbonera, primario chirurgo f.f. e direttore era di mille lire annue.

Il nuovo statuto dell'organico, veniva approvato con decreto reale nel gennaio 1889; questo prevedeva solo due medici di ruolo ovvero il medico chirurgo direttore residente, il medico chirurgo aggiunto che si occupava della sezione medica.

“Alla sezione chirurgica appartengono gli ammalati di chirurgia, di ostetricia e ginecologia, di oculistica e gli affetti da malattie cutanee e veneree. Gli altri infermi, non esclusi i mentecatti e i contagiosi, sono assegnati alla sezione medica”.

Nella pianta organica del 1910, vi erano tre medici, tra questi il medico chirurgo direttore ( stipendio annuo 2200 lire ), con alloggio per la famiglia nella palazzina appositamente realizzata.

 

C'era poi il medico chirurgo aggiunto in prima che percepiva 1400 lire ed il medico chirurgo aggiunto in seconda ( stipendio 800 lire ).

Nella realtà dei fatti però quest' ultimo posto era rimasto per molto tempo vacante, il dottor Cesare Romodi infatti, pur presentandosi al concorso non era stato ritenuto idoneo in quanto il suo incarico di medico condotto risultava essere incompatibile con il posto medico in ospedale.

Nel 1920 i medici presenti in ospedale erano ancora solo due, il dottor Francesco Buzzi direttore ed il dottor Giuseppe Sertoli, medico aggiunto di prima.

Quest'ultimo professionista era anche medico condotto titolare della sezione di Sondrio e ufficiale sanitario del comune; risultava dunque venir meno l'incompatibilità del plurincarico. Sertoli in seguito rimaneva in servizio presso l'ospedale con il titolo di primario medico sino al 1937.

Già alla fine dell'800 si andavano manifestando casi di tubercolosi con focolai endemici anche in Valtellina.

 

Per tale motivo, si era sentita la necessità di creare nell' ospedale di Sondrio di un reparto di tubercolosi. Nel 1907 si iniziavano i lavori per allestire un padiglione speciale per la cura di questi malati. Grazie ad una sovvenzione di 100.000 lire da parte della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde se ne garantivano le spese.

Il padiglione sorgeva a mattino dell'ospedale, era collegato al resto della struttura con una galleria, era costruito su due piani con 25 posti letto per ognuno.

Il collaudo avveniva in data 20 febbraio 1909, nonostante gli sforzi compiuti il nuovo padiglione rimaneva vuoto perché “le disgraziatissime condizioni del Bilancio non consentono il funzionamento”.

Nel 1918 il piano terra veniva adibito a ospedale militare ( Reparto isolamento dell'ospedale da campo 023 ), nello stesso anno vi trovava locazione il Laboratorio batteriologico della R. Prefettura. Dal 1922 al 1925 c'era la sede del Distretto Militare e dal 1926, a seguito di lavori di riadattamento, il piano terreno veniva ceduto al Consorzio provinciale antitubercolare in cambio dell'apparecchio radiologico per i degenti e la possibilità di avvalersi dell'opera gratuita del Direttore del Dispensario.

 

Nel 1930 veniva poi demolito per far posto al nuovo sanatorio trasformato in preventorio.

All' infuori dell'ospedale di Sondrio gli altri centri della provincia non avevano chirurghi specializzati, infatti i direttori sanitari e chirurghi degli altri ospedali erano medici condotti.

Nel 1914 la Cassa di Risparmio aveva disposto una munifica elargizione di lire 150.000 all'Ospedale Civile di Sondrio al fine di istituire un Servizio di Alta Chirurgia a favore di tutti i poveri della provincia. Il consiglio di amministrazione approvava il regolamento con il quale l' ospedale assumeva la gestione del servizio e per questo fine istituiva un posto di chirurgo operatore residente in Sondrio.

Questo aveva anche l'obbligo di recarsi presso gli altri ospedali della provincia per seguire atti operatori a favore dei poveri.

Tale iniziativa, considerando lo scoppio della guerra, era destinata a rimanere sulla carta, di Alta Chirurgia non se ne era più parlato sino al 1929, in quell' anno veniva nominato “chirurgo provinciale” il professor Gobbi.

 

Nel 1937 si assumeva alla direzione dell'ospedale Edoardo Preto, un valente chirurgo proveniente dalla scuola di milano. Il medico aveva anche l'incarico di chirurgo degli ospedali di Tirano e Morbegno.

Era intensa la sua attività, lo stesso professionista affermava che nel periodo tra l'aprile del 1937 ed il dicembre del 1938, nel solo ospedale di Sondrio aveva effettuato 600 interventi di alta chirurgia con soli 24 morti ( tasso di mortalità pari al 4% ). Tra gli interventi del Preto si annoverano operazioni sino a quel momento mai eseguite in valle tra le quali resezioni gastriche, interventi sul fegato ecc.

 

Alla fine degli anni Trenta l'ospedale di Sondrio era classificato di Seconda Categoria ai sensi dell' R. D. del 30 novembre 1938 n. 1631. Dopo qualche modifica ed ampliamenti in quegli anni il nosocomio aveva una capienza di 100 posti letto ed una media di 48 degenze giornaliere.

Nelle due grandissime corsie, vi erano rispettivamente il reparto uomini e il reparto donne, gli ammalati di chirurgia e medicina erano ricoverati insieme. Esisteva una piccola sezione di ostetricia con quattro posti letto.

Sempre il dottor Preto nel 1939 annotava che “la maternità è un obbrobrio, una misera, fredda umida stanza dalle pareti gocciolanti e dalle finestre che non si chiudono bene, con quattro letti addossati e tre culle sgangherate, quattro tarlati e cascanti ruderi in legno con la vaga funzione di comodino, ecco tutto”.

Non esisteva un reparto di isolamento, per tale mancanza tifosi, scarlattinosi, difterici, venerei e via dicendo, avevano servizi in comune.

 

C'era un solo e vecchio apparecchio radiologico, logoro e spesso fuori servizio, l'organico sanitario era ridotto al minimo: un chirurgo direttore, un primario medico incaricato, un aiuto chirurgo, uno studente di medicina volontario, una levatrice incaricata e sette infermieri. Non era dunque mutato molto in tema di personale rispetto al secolo precedente.

Nel 1940 era stato presentato un progetto per la costruzione di un nuovo blocco ospedaliero, si trattava di un edificio di quattro piani comprensivo di seminterrato posto in parallelo a nord del vecchio.

In più occasioni venivano fatti appelli alla popolazione, a enti pubblici e uffici, per raccogliere i fondi necessari per l'opera. Le ristrettezze economiche e le difficoltà venute a manifestarsi nel periodo bellico ed in quello successivo, avevano però fatto rinviare di oltre dieci anni l'inizio del cantiere.

 

Oltre a ciò, con la fine del secondo conflitto mondiale l'ospedale era requisito e occupato da reparti della Pubblica Sicurezza e dalla Polizia Stradale, si aggiungevano il Distretto Militare , i magazzini dell' U.N.R.A. erd anche le famiglie di sfollati. I malati erano stati trasferiti nel vicino Preventorio Concetti ed i bambini ivi degenti avevano trovato alloggio al Villaggio Sanatoriale Morelli di Sondalo che aveva aperto ufficialmente i battenti nel 1946.

Nel 1947, immediatamente subito dopo lo sgombero degli occupanti, si affrontavano i lavori di adattamento del vecchio fabbricato con la realizzazione di quaranta nuovi posti letto.

In attesa della costruzione del nuovo blocco ospedaliero, il vecchio ospedale così ampliato accoglieva il reparto di chirurgia con annessa sezione di ostetricia, le diverse sezioni specialistiche con consulenti esterni, gli ambulatori ed il pronto soccorso.

 

Nel 1956 il nuovo edificio in costruzione poteva accogliere al piano terreno i malati della medicina e della sezione dermatologica, lasciando così libero il preventorio ai bambini dell' INPS.

Nell'anno 1959 era pronto il nuovo edificio Nord e con i suoi due blocchi la struttura veniva a disporre di 360 posti letto suddivisi nei reparti di medicina e chirurgia e da varie altre specialità.

La fine degli anni Cinquanta, segnava l'inizio di un'era ovvero la moderna assistenza ospedaliera del capoluogo e nella nostra provincia.

Negli anni 70 veniva demolito il vecchio ospedale e realizzato il nuovo blocco Sud, il padiglione del preventorio, lasciato libero dall' INPS, costitutiva da quel momento il blocco Est dell' ospedale.

Concludo qui questa ricerca sulla storia dell' ospedale di Sondrio, ci ritroveremo giovedì con un'analisi storica degli ospedali di Chiavenna, Morbegno, Tirano, Grosio e Bormio.

 

FONTE: STORIA DELLA MEDICINA E DELLA SANITA' IN VALTELLINA. Dalla peste nera europea alla seconda guerra mondiale ( 1348-1945 ). Autore Pierluigi Patriarca. Società Storica

Valtellinese. L' Officina del libro editore. Stampa: finito di stampare nel mese di novembre 1998 dalla Tipografia Bettini Sondrio. Anche l'immagine di copertina è tratta dalla stessa fonte, Ospedale di Sondrio il pronao giacomo Moraglia 1937.

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