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L'angolo verde: l'equiseto campestre

CULTURA E SPETTACOLO - 14 06 2022 - A. S.

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/equiseto campestre
CC BY 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=10497723

L'equiseto campestre è una piccola pianta perenne simile ad una cosa di cavallo che non da fiori, ma spighe ovali presenti sulla sommità  di fusti fertili chiamati cauli; cresce spontaneamente ovunque, previlegiando i terreni poveri di humus.

   E ‘uno dei più antichi organismi presenti sulla terra, ed è conosciuto con diversi nomi popolari legati alla composizione della pianta: "argilla vegetale" per l'alta concentrazione di silicio e minerali, "erba cavallina" a proposito dell'azione rinforzante che avrebbe sul pelo degli animali e anche "erba rapella" -dal latino asper (ruvido)- in riferimento al suo potere abrasivo, in virtù dell'elevato contenuto di silicio.

   L'equiseto campestre è utilizzabile in ambito officinale e possiede proprietà diuretiche che lo rendono consigliabile per combattere la ritenzione idrica, emostatiche e cicatrizzanti, inoltre è utile per la guarigione di piccole ferite, piaghe, ulcere cutanee. Questa pianta svolge pure un'azione rassodante e levigante sull'epidermide. L'alta concentrazione di sali minerali e silicio favorisce il tessuto osseo potenziandone l'effetto remineralizzante e influendo così sulla salute dei denti e dei capelli sfibrati, oltre a rinforzare le unghie fragili.

   Si raccomanda comunque di consultare il proprio medico o l'erborista prima dell'uso.

   L'equiseto può essere assunto sotto forma di tisana, decotto, tintura madre, integratore ed estratto secco.

   La polvere di equiseto era molto usata nelle case di campagna del Piemonte per lucidare le pentole di rame in occasione della Pasqua.

   Anche gli artigiani un tempo sfruttavano questa proprietà per levigare oggetti in legno, avorio e metallo.

   Il periodo della raccolta inizia dal mese di giugno e si protrae per tutta l'estate, col taglio degli steli a 5 cm dal terreno.

   A causa del suo apparato radicale molto sviluppato questa pianta è considerata infestante per le culture e per debellarla si deve far ricorso a sistemi biologici poiché è molto resistente alla maggior parte dei prodotti chimici.

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