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L'angolo verde: l'amaranto, il cereale del futuro

CULTURA E SPETTACOLO - 28 06 2022 - A. S.

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L'amaranto, originario del Messico e dell'America centrale, è una pianta spontanea che genera fusti eretti alti circa un metro di colore rossastro, ricoperti per tutta la loro lunghezza da foglie. I fiori sono riuniti in inflorescenze che assomigliano ad un pennacchio, al cui interno sono racchiusi i semi che maturano tra agosto e ottobre e che vengono raccolti quando si sgranano con facilità.

     Tutta la pianta è commestibile per l'uomo, le foglie si consumano cotte come le bietole e gli spinaci mentre i semi, altamente proteici e privi di glutine, rappresentano un valido alleato per chi soffre di celiachia e per coloro che seguono un regime alimentare privo di carne e derivati animali.

     Dalla farina ottenuta con i semi di amaranto si ottengono prodotti da forno e panificazione. Non macinati sono utilizzabili in cucina per la preparazione di minestre e zuppe, però necessitano di tempi di cottura maggiori rispetto agli altri cereali (45/50 minuti circa).

     La pianta può essere coltivata anche a scopo ornamentale e i pennacchi recisi conservano a lungo il loro colore naturale anche dopo l'essiccamento, infatti amaranto è un termine di derivazione greca che significa "non appassisce".

     La semina si effettua a maggio in terra piena e un mese prima in semenziaio; la pianta, che non teme la siccità, si sviluppa molto rapidamente e tende a colonizzare ampie aree.

     Le popolazioni inca e azteche facevano largo uso di amaranto che per le sue elevate proprietà nutritive veniva da loro chiamato "grano degli dei". Gli antichi romani lo ritenevano capace di tenere lontana la sventura e l'invidia.

     Nel linguaggio dei fiori simboleggia un sentimento puro e duraturo nel tempo ed è considerato la pianta dell’amicizia; riceverne in dono un fascio indica una chiara manifestazione di stima.

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