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Il primo dei comandamenti

CULTURA E SPETTACOLO - 04 11 2018 - Don Battista Rinaldi

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Nell’esperienza religiosa ebraica erano tanti e tali i comandamenti della legge, che spesso si discuteva intorno a quale fosse il più importante; o per lo meno ci si domandava quale poteva essere quello o quelli che li sintetizzava al meglio per rendere le cose più semplici anche ai non addetti ai lavori. Diverse scuole di pensiero avevano individuato soluzioni differenti. È in questo contesto che viene interpellato anche Gesù per conoscere la sua opinione.

 

E Gesù risponde riprendendo la più nota delle preghiere del suo popolo: Dio deve essere amato con cuore, anima e forza; anzi, non basta: a queste tre facoltà aggiunge anche ‘tutta la mente’. Se si vuole che l’adesione a Dio sia solida e incrollabile non la si può fondare su fugaci emozioni religiose (il ricordo dei defunti, la celebrazione di qualche sacramento, un momento di particolare difficoltà…) o farla dipendere da qualche pia devozione. Deve essere frutto di una scelta cosciente, ben ponderata, che coinvolga tutta la propria responsabilità, tutta le proprie scelte di vita e voluta con tutte le energie di cui siamo capaci.

 

L’amore a Dio è poi accostato da Gesù all’amore dell’uomo, al punto da rendere inscindibili i due comandamenti. Essi non possono essere separati perché sono la manifestazione di un unico amore. Amare Dio non significa dargli qualcosa (tempo, preghiere, offerte…), ma condividere il suo progetto in favore dell’uomo, accogliere il suo amore ed effonderlo sugli altri. E amare il prossimo significa avere attenzione e misericordia nei confronti di chiunque si trovi nel bisogno, sia egli un amico o un nemico.

 

Ma si può comandare di amare? L’amore non è uno dei sentimenti che devono essere spontanei? Per la Parola di Dio Colui che comanda di amare è anche Colui che vive questa unica relazione. Il comando per Lui è prima di tutto un dono, una grazia: Lui ama per primo, per cui il suo comando non è una legge, ma un dono.

 

Allora l’obbedienza al comando diventa il modo per plasmare il proprio cuore rendendolo più simile al cuore di Dio. Tutto ciò che fai fallo per amore, agisci per amore, persegui per amore; non scoraggiarti perché l’amore che ora non vedi in te, il Signore potrà donartelo come grazia nel momento che tu non sai.

 

Amare Dio con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutte le forze e il prossimo come se stessi significa che il luogo dell’amore è la corporeità, la vita concreta quotidiana, la persona, non parole.

 

Don Battista Rinaldi

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