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Il più grande tra voi sarà vostro servo

CULTURA E SPETTACOLO - 05 11 2017 - don battista rinaldi

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Un capovolgimento; una rivoluzione; un cambio totale di prospettiva. È questo che Gesù propone ai suoi discepoli. Bisogna chiarirlo: le parole di Gesù non sono rivolte esclusivamente a scribi e farisei; se le intendessimo così cadremmo proprio in quell’ipocrisia denunciata da Gesù. C’è un “ma voi… ” rivolto ai discepoli che non lascia scampo.

 

Le parole di Gesù colpiscono i vizi religiosi, non giudaici: da quelli ridicoli, ma non per questo meno pericolosi, come i paludamenti, i titoli onorifici, i posti d’onore (per es. sapevate che il titolo episcopale ‘eccellenza’ è di derivazione fascista ed è stato applicato ai vescovi per attribuire loro una dignità non minore di quella riservata da Mussolini ai suoi prefetti?) fino a quelli ancora più gravi: il verbalismo, il ritualismo, il proselitismo, la persecuzione dei profeti vivi e la strumentalizzazione dei profeti morti.

 

A fronte del grande comandamento dell’amore di Dio e del prossimo ascoltato domenica scorsa, ecco una denuncia di Gesù che serve a evidenziare ancora di più il senso di quell’invito.

 

C’è una mentalità e uno stile sbagliati che riemergono continuamente anche nella comunità dei discepoli. Proprio ad essi egli ripropone una luminosa sintesi, superando anche il tono polemico: Cristo è la sola guida che ci conduce all’unico Padre; il solo Maestro che insegna con quell’autorità che gli scribi non hanno. Egli, il Cristo, precede coloro che invita a seguirlo e propone un ‘peso leggero’, diverso dai fardelli insopportabili degli scribi: è l’adesione ad un Amore che chiede soltanto di abbandonarsi e fidarsi di Lui.

 

Nelle parole di Gesù c’è una denuncia circa l’irresponsabilità della parola, che consiste nel dire senza fare, quasi che il parlare del Vangelo dispensi dal viverlo o equivalga a metterlo in pratica. L’immagine evocata è quella dei mercanti che caricavano pesi immensi sulle loro bestie da soma perché li portassero per loro.

 

Del resto è difficile beneficiare di privilegi senza arrivare a pensare che sono dovuti; o essere trattati in forme solenni senza arrivare a mettersi su un piedistallo; o comandare e giudicare senza perdere l’abitudine di ascoltare.

 

Don Battista Rinaldi

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1 COMMENTI

05 11 2017 14:11

Méngu

Gentile don Battista, condivido ciò che ha scritto, e a riguardo “ alla persecuzione dei profeti vivi e la strumentalizzazione dei profeti morti” mi piace rammentare una mezza paginetta di ciò che il teologo laico Vito Mancuso scrive nel suo libro “ Io e Dio “ – una guida per i perplessi- pag. 375 **** “ Anche in Italia non sono pochi gli uomini spirituali che per le loro posizioni all’insegna della radicalità evangelica sono stati perseguitati in vari modi dalla Chiesa gerarchica , non senza articoli duri e talora diffamatori da parte della stampa cattolica ufficiale che poi, post mortem, li ha trasformati in innocue immaginette, Penso a don Primo Mazzolari ( 1890-1959, don Zeno Saltini ( 1900-1981), fratel Carlo Carretto ( 1910-1988), padre Giovanni Vanucci ( 1913-1984, don Giuseppe Dossetti ( ( 1913-1996), dom Benedetto Calati ( 1914-2000) , padre David Maria Turoldo ( 1916-1992) , padre Camillo de Piaz ( ( 1918-2010), don Michele Do, ( 1918-2005), padre Umberto Vivarelli ( 1919-1994), padre Nazzareno Fabretti ( 1920-1997), don Lorenzo Milani ( 1923-1967), don Abramo Levi ( 1920-2007) , padre Ernesto Balducci / 1922.-1992), padre Aldo Bergamaschi ( 1927-2007 ), Mario Cuminetti ( ( 1934-2005), don Tonino Bello ( 1935-1993) “ . Penso ad Arturo Paoli nato nel 1923, al cardinale Carlo Maria Martini ( nato nel 1927 ) per le prese di posizione controcorrente dopo le dimissioni da arcivescovo di Milano sui temi bioetici e nel libro “ Conversazioni notturne a Gerusalemme “ . Di contro ai silenzi ostili e talora alle sanzioni contro queste figure di radicalità evangelica, vi sono le lodi e le promozioni di personaggi più che discutibili ma sempre pronti a una incondizionata venerazione per il potere pontificio “ ........ **** Da laico mi pare condivisibile questa paginetta. In Basilica questa mattina ho sentito dire ( cito a memoria ) queste parole. “ Occorrerebbe talvolta che i laici predicassero , mentre i sacerdoti stessero in attento ascolto “. Condivido e promuoverei anche questo concetto.