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Il bimbo che camminava indietro

CULTURA E SPETTACOLO - 29 07 2017 - Méngu

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/parco san michele tirano

L’altro ieri al parco S. Michele ho visto un bambino che per gioco camminava indietro. Può essere normale, ho pensato. Noi umani abbiamo infinite marce nelle diverse direzioni. L’uomo si può muovere come un cingolato a 360°. La marcia indietro ci serve anche per scappare innanzi al pericolo guardandolo in faccia. Solo i politici sembrano non ingranare mai la marcia indietro o la marcia di lato quando occorre.

 

Guardando il bambino mentre camminava indietro, incuriosito, mi sono posto la domanda. Perché quel bambino desiderava camminare indietro guardando però in avanti e per terra ? Poi mi sono chiesto: perché invece di camminare in avanti, noi grandi ogni tanto, non proviamo a camminare indietro? Ne abbiamo facoltà.

 

Ora immaginiamo di essere in quel bel parco alberato. Abbiamo camminato in avanti tra la fila degli ombrosi alberi e ora camminiamo indietro. Se camminiamo indietro, guardando in avanti possiamo vedere il nostro passato prossimo che, come in una aperura di un sipario, si para innanzi. Vediamo le cose che ci circondano e che abbiamo già visto poco prima camminando in avanti. Esse ci compariranno in sequenza e le cose che vediamo, sovente, portano qualche novità che prima non avevamo visto.

 

Fate anche voi questo esperimento, naturalmente senza farvi vedere né dirlo a nessuno, nemmeno a vostra moglie o a vostro marito, o compagno maschio e femmina che sia, poiché sarebbe un motivo di alterco per “difetto di comportamento“ . Ebbene, se camminate indietro in un viale alberato, vedrete gli alberi che prima avete visto camminare in avanti come in un ritorno del vostro passato. Ogni albero vi ricorderà l’istante del vostro vissuto. Mentre camminate come un gambero vi verrà in mente ciò che pensavate mentre transitavate innanzi all’albero.

 

I vostri neuroni rammenteranno parte del passato, molto più facilmente di quanto il vostro pensiero avrebbe fatto immaginando le cose che avevate già visto. Perché? Perché, camminando indietro vedete le cose in modo reale del vostro passato senza averle pensate. Se immediatamente riprendete a camminare in avanti potrete vedere l’immediato, il presente , ovverosia ciò che vi circonda e a cui andrete incontro.

 

Vedrete ogni albero che si avvicina secondo il vostro passo. Vedrete, ad esempio, una biciletta che zizzaga nel viale, un grosso cane lupo, al centro del viottolo, che accovacciato ancheggiando dolcemente fa una pupù a “torre di babele” mentre il suo padrone legge il giornale seduto in una panchina all’ombra.

 

Dunque siamo liberi di guardare il passato, il presente, ma non di vedere il futuro. Non saprete mai se quella cacca di cane sarà raccolta da qualcuno. Ma il camminare all’indietro ci affascina poiché ci porta a riscoprire ciò che abbiamo già visto ma in modo diverso, così come in quel bambino al parco S. Michele che camminava indietro nel percorso già fatto e che aveva memorizzato perché già conosciuto. Affascinante!

 

Il poter tornare indietro e riscoprire con occhi nuovi le cose viste e passate è affascinante e i bambini lo scoprono prima dei grandi. Ma attenzione, camminando all’indietro se noi non abbiamo memorizzato bene il nostro percorso potremmo imbatterci nella cacca di cane (metafora) a “ torre di babele” della quale vi ho parlato prima. Quindi chi cammina indietro deve avere buona memoria, ricordare il percorso e i pericoli già visti, per poi riprendere con saggezza e sicurezza la marcia in avanti.

 

Méngu

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