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Devozione della Valtellina per la Madonna di Caravaggio

CULTURA E SPETTACOLO - 08 08 2020 - Francesco Tresoldi

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La Madonna di Caravaggio, non è solo venerata nel luogo dell’Apparizione ma un po’ dappertutto, con grande diffusione in Lombardia, ma anche in paesi come Eritrea e Brasile. Se la zona di maggior devozione può risultare essere tra il Lago di Como e il Lago Maggiore, non da meno si può dire del culto per la Madonna del Fonte di Caravaggio in Valtellina. Compilare una cartina che mostrasse geograficamente un suo percorso, non è certo facile, essendo tanti i luoghi che anche davanti ad una semplice cappelletta, viene dedicata una preghiera. I motivi popolari di questa devozione in Valtellina, si possono ritrovare in modo particolare in un scritto del 1832 dello storico Donato Calvi. A pag. 65, in una descrizione degli episodi miracolosi avvenuti dopo l’Apparizione, parla di una grazia ricevuta da una donna di Grosotto: “In particolar modo parleremo dei tormenti della sciatica. Dirò di Curletta, moglie di Martino di Grosotto di Valtellina, che per sedici continui mesi da una sciatica che l’impediva l’andare con febbre travagliata, guarì dall’una, e dall’altra con la lavanda del benedetto Fonte”. Parole che trovano conferma in una pergamena seicentesca, dove vengono illustrati i miracoli avvenuti e più approvati, con l’intervento celeste della Madonna di Caravaggio.

 

Nell’iniziare un percorso della devozione valtellinese, si potrebbe dire di un’edicola sulla facciata di una casa alla periferia di Sondrio verso Montagna, dove, seppur senza traccia d’archivio, vi si trova una chiesa con dedicazione alla Madonna di Caravaggio. Dopo Montagna, con la strada Panoramica dei Castelli, che passa da Poggiridenti, Tresivio e Ponte di Valtellina, si arriva a Teglio, dove, all’entrata dell’abitato, sorge la chiesa di San Martino con la cappella dedicata alla Beata Vergine Maria di Caravaggio. La chiesa conosciuta anche come Madonna di S. Martino, per una devozione particolarmente sentita e valorizzata dalla comunità di Teglio, fu incoronata dal vescovo di Como il 30 maggio 1937. Nel paese non mancano altre dedicazioni alla Madonna di Caravaggio e una bella statua è anche presente nella chiesetta di S.Silvestro, mentre un considerevole affresco, si può intravedere sulla facciata di una casa nella via del Dosso del Grifone. Ritornando sulla strada maestra, dopo essere scesi da Teglio, si arriva a Villa di Tirano, dove si può ammirare, sulla facciata di un fienile nei pressi delle antiche mura, uno stupendo affresco dell’Apparizione, datato 1710. La scena principale si trova al centro di un rettangolo formato da tre scomparti, con ai lati, San Pietro Apostolo e San Giacomo Maggiore. Usciti da Villa di Tirano, dopo circa un chilometro, si entra nella città di Tirano e gli occhi subito si perdono nella bellezza marmorea della Basilica della Madonna di Tirano. Attraversato la città,e ripreso la strada per Bormio, deviando sulla vecchia strada dei meleti, appare una santella, con una raffigurazione dell’Apparizione. Ma la sorpresa più eclatante, quando più avanti arrivando a Tovo Sant’Agata, da una strada in leggera salita appena fuori del paese, si arriva alla chiesetta della “Madunina”. Edificata In soli vent’anni dal 1893 al 1913 a seguito di un voto fatto dal popolo di Tovo che chiedeva alla Madonna del Fonte di Caravaggio, a seguito di un periodo di grande siccità,la pioggia. L’acqua arrivò e in maniera piuttosto abbondante Il 18 giugno 1893, e il popolo di Tovo considerando l’evento miracoloso, mantenne la promessa di dedicargli una chiesa. Dopo aver lasciato Tovo, e passato Mazzo di Valtellina, ci si trova nel paese di Grosotto, che in altri tempi, aveva raggiunto una certa notorietà, per il miracolo della guarigione di Curletta che soffriva di una brutta sciatica con l’intervento celeste. La storia riporta che gli abitanti di questo paese, ogni anno per devozione, si recavano a piedi in pellegrinaggio passando per le Orobie, alla Madonna del Fonte di Caravaggio. Di questa devozione nel paese poco è rimasto, solo una santella sul di un muro in via dei Mulini. Poco lontano da Grosotto, entrati nell’abitato di Grosio, girando a sinistra, la strada porta in Val Grosina.Dopo alcuni tornanti, si giunge alla frazione di Ravoledo con le sue strette vie ed un antica fontana, dove alloggiato su un muro di pietra, è ancora ben conservato un antico dipinto dedicato all’Apparizione di Caravaggio. La tradizione vuole, che in questo luogo, gli abitanti di questa frazione, si riunissero alla sera per la recita del Rosario. Dopo un ritorno sulla provinciale, percorsi alcuni chilometri, appare sopra una rilievo,la frazione sondalina di Migiondo. Una devozione alla Madonna di Caravaggio è testimoniata in questa frazione, da una tela di fine ‘800, custodita nella chiesa parrocchiale e da un affresco sul muro di una casa vecchia. Dopo aver lasciato Sondalo, passando dalla frana che ha fatto di Sant’Antonio Morignone, un paese fantasma. Giunti in vista di Bormio, prima di entrare nell’abitato, girando a sinistra verso la strada-scorciatoia per la Valdidentro, alla deviazione per Oga, prima del passo delle Motte sopra un verde dosso si affaccia il Santuario della Madonna di Caravaggio, costruito nel 1725 in luogo di una prima cappella voluta da Giovannino Guana di Oga, per essere scampato ad un assalto di vipere. All’interno della chiesa, sopra all’altar maggiore, è presente un gruppo scultoreo in legno policromo di pregevole fattura, realizzato nel 1751 raffigurante l’Apparizione. Superato il passo delle Motte, scendendo, si arriva a Isolaccia, dove ha inizio la strada che attraverso il passo del Fuscagno porta alla piana di Livigno. In altri tempi, attraverso questa piana, i viaggiatori provenienti o diretti in Svizzera diretti verso il passo San Gallo, sentivano il bisogno di una breve sosta davanti alla chiesetta dedicata alla “Madonina de Caravaàsc”. Una costruzione questa, che risale al 1700 e che conserva in una cornice di legno dietro all’altare, un antico dipinto raffigurante l’Apparizione di Caravaggio. La Madonna di Caravaggio non è dunque da considerare venerata solo nel luogo dell’Apparizione, ma fin dai tempi antichi, altre realtà di chiese o cappelle sono sparse per il mondo e spesso sono rimaste senza una segnalazione. Questo percorso in Valtellina sta dunque in qualche modo a significare come in valle, l’intervento della Madonna in molti paesi, è entrato nella vita di molte persone, con un tramite un’ideale di una concatenazione, segno tangibile della sua protezione.

 

******************* Testo di ricerca pubblicato da Francesco Tresoldi nel 2020 *******************

La naturale inclinazione di Francesco Tresoldi per tutto ciò che riguardasse l'arte e il misterioso potere del segno e del colore, lo ha portato a frequentare con lusinghieri risultati la Scuola degli Artefici di Brera a Milano. Oltre alle sue attività professionali come pittore, con mostre a New York, Providence, Monaco di Baviera, Londra e Budapest e in diverse città italiane, Francesco Tresoldi collabora seppur saltuariamente, con alcuni quotidiani per tutto ciò che riguarda l'arte in genere e l'arte locale in particolare.Dopo aver pubblicatoli il testo ”Sulle tracce di Polidoro Caldara” nei Quaderni della Geradadda" del Centro Studi Storici della Geradadda una sua ricerca biografica sulla vita di Michelangelo Merisi, apprezzata da molti studiosi e recensita da numerosi quotidiani e riviste specializzate, ha trovato compimento nel 2006 nella pubblicazione del libro “Caravaggio,ipotesi e realtà” edito dalla Grafica&Arte di Bergamo. (Email:pittore.tresoldi@gmail.com – www facebook.com francesco tresoldi)

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