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Decoro e rispetto nei luoghi sacri

CULTURA E SPETTACOLO - 08 09 2018 - Méngu

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E’ noto ormai che ai vertici della chiesa romana v’è contesa nel modo di intendere la Tradizione. Dopo il concilio Vaticano II non sono mai cessati i “dissidi” tra conservatori e restauratori. E’ un dissidio fatto talvolta da opposizioni silenziose che emergono, ogni tanto, come bolle sorgive in uno specchio d’acqua che appare ai molti calmo.

 

Nei fedeli si è ormai fatta l’idea che l’attuale gerarchia ecclesiastica abbia nel suo interno un’anima conservatrice che si ribella ad un papa “liberale“. Basterebbe leggere attentamente l’esortazione apostolica “Amoris laetitia” di papa Francesco per rendersi conto di quali innovazioni porta alla chiesa, e che evidentemente non tutti gli ecclesiastici ai vertici della chiesa sono d’accordo. Chi vuole farsi una idea di questo “conflitto“ può digitare in Internet il sito Sedevacantismo e il sito Vatican insider.

 

Queste divergenze di opinioni fanno provare al cattolico un profondo dispiacere nel vedere e sentire la chiesa di Cristo in disaccordo, con schieramenti più o meno accaniti. Non voglio entrare nel merito dei due schieramenti, sia per ignoranza sia per un mio particolare stato d’animo che mi tiene saldamente ancorato a ciò che il prete mi ha insegnato, nelle numerose omelie che in questi sessant’anni ho ascoltato ed ho avuto modo di meditare. Voglio solo rammentare a chi mi legge che in verità non ho mai ascoltato un sacerdote che dibattesse dal pulpito questi “ fastidiosi “ contrasti teologici che la chiesa ha nel suo interno.

 

Ho udito sempre parole di bene e di amore da preti di parrocchia che si affannano a proclamare la parola del Vangelo. Personalmente, credo che i cattolici nella chiesa debbono credere e ascoltare tutto ciò che unisce e non ciò che divide e il conflitto tra altri prelati crea “ scandalo “ tra i fedeli. Se la chiesa ha bisogno di rinnovarsi con i tempi lo faccia , ma sempre in comune accordo.

 

Personalmente, nel corso della mia vita cristiana, ho assistito ad alcune innovazioni che condivido quali ad esempio il passaggio dalla messa in latino a quella in Italiano. Questa innovazione, per me, è stata gradita; ma non sempre ho condiviso un lento e strisciante cambiamento dei costumi dovuto non tanto alla chiesa ma ad una mentalità relativistica moderna. Una di questi cambiamenti o forse questo “lasciar fare“ di molti reverendi lo si vede frequentando le nostre chiese.

 

Mi procura disagio nel vedere in chiesa molte donne (spesso anche uomini) che frequentano la messa in abbigliamento indecoroso per un luogo sacro. Entrano donne in abiti discinti, scollacciati e trasparenti, non solo ragazze ma donne di una certa età. Dovremmo forse pensare che un domani non lontano si possa entrare in chiesa anche in costume da spiaggia? Ricordo che non molto tempo addietro le donne avevano il capo coperto con il velo, sedevano nei banchi di chiesa a sinistra e gli uomini a destra.

 

Ora i telefonini squillano nel momento dell’Eucarestia, si filmano le opere d’arte insieme ai fedeli in preghiera. Si rumina la gomma innanzi all’altare, si ignorano gli inginocchiatoi dei banchi, il ragazzi siedono mentre i vecchi e gli sciancati stanno in piedi e uomini e donne sono immersi in una aureola di profumo che spira a ventate asfissianti. Ho visto cani in braccio a signore, ma forse quest’ultima visione è la meno peggio poiché le bestie disturbano forse meno degli uomini

 

Non voglio essere preso per “bacchettone” e nemmeno per tradizionalista, ma ricordo ai lettori che in alcune basiliche importanti v’è per regolamento che non si entra se non vestiti decorosamente ed è il caso della Basilica di S. Pietro. Non si riesce a capire come in altre chiese o basiliche questo regolamento non venga fatto osservare. Forse la Basilica di S. Pietro è la sola casa del Signore? Non meravigliatevi di queste osservazioni, poiché sono proprio le piccole cose come queste che fanno nascere, prima o poi, le grandi contestazioni.

 

Qualcuno dirà: ”Non è l’abito che fa il monaco“. Vero, ma provate a presentarvi, in una udienza, innanzi al Santo Padre, lui vestito di bianco e con le lunghe vesti e voi in calzoni corti e in t- shirt e vedrete che torcerà il naso. Il decoro della persona è sinonimo di educazione e maggiormente quando il luogo è sacro. Ricordo anche che la chiesa è la nostra casa comune, è casa di Dio dove ci si reca per pregare e non per essere ammirati o quantomeno facendo i nostri comodi.

 

Méngu

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