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“Dante nell’Arte”: speciale lezione del professor Barbagallo

CULTURA E SPETTACOLO - 09 10 2021 - Redazione

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/Sandro Barbagallo e Fabio Molinari
Sandro Barbagallo e Fabio Molinari

Ieri sera, presso la sala riunioni dell’UST di Sondrio, si è tenuta una “speciale lezione” rivolta ai docenti e a tutti gli interessati sul tema “Dante nell’Arte”. In cattedra il professor Sandro Barbagallo, curatore delle Collezioni Storiche dei Musei Vaticani e Storico dell’arte che ha ripercorso alcune tappe fondamentali della vita del Sommo Poeta attraverso parole ed immagini a lui particolarmente legate. «Si è trattato del primo di cinque incontri in presenza che avranno cadenza mensile ma vi sarà anche la possibilità di seguire gli appuntamenti via streaming – ha dichiarato il Dirigente Ust, Fabio Molinari,  aprendo l’incontro e portando i suoi saluti a tutti i presenti –. Un piccolo segno di ritorno alla normalità con cui proseguiamo le celebrazioni in occasione del 700° anniversario dalla morte di Dante Alighieri».

 

«Tutti conoscono Dante ma veramente in pochi sanno chi sia realmente – ha esordito il professor Barbagallo –. La sua morte avvenne nella notte tra il 13 e il 14 settembre del 1321 a Ravenna dove visse gli ultimi anni della sua vita seppur da esiliato, trascorsi serenamente sotto la protezione del Signore Guido Novello Da Polenta. Morì per malaria malattia che, con ogni probabilità, contrasse nel viaggio di ritorno da un’ambasceria a Venezia».

 

Scorci di una vita ripercorsi passo dopo passo dal Professore attraverso una serie di opere d’arte pittoriche ottocentesche ma anche nel segno dell’architettura. «Raramente incontreremo quadri inerenti la vita del Sommo Poeta prima della seconda metà dell’800 – ha spiegato –. Ciò perché Dante venne utilizzato come figura allegorica dell’italiano esiliato, in un certo senso simbolo del Rinascimento. La sua tomba si trova presso la Basilica di San Francesco a Ravenna, struttura architettonica che richiama un tempio la cui facciata riporta uno stemma che spesso passa inosservato sopra cui si può notare un “uroboro”, cioè un serpente che si morde la coda a formare un cerchio in quanto segno di eternità. A Firenze invece, piazza Santa Croce ospita la scultura di Dante di Enrico Pazzi, accanto alla basilica al cui interno è presente una tomba a lui dedicata».  

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