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Anna Galanga, un 2017 ricco di soddisfazioni

CULTURA E SPETTACOLO - 05 02 2018 - Marco Travaglia

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/Venezia Galleria San Vidal, il critico Giorgio Pilla e Anna Galanga
Venezia Galleria San Vidal, il critico Giorgio Pilla e Anna Galanga

Il percorso artistico della tiranese Anna Galanga non conosce sosta. Nel 2017, dopo una serie di esposizioni, tra Milano e Venezia, passando da Berlino e Bangkok, la pittrice valtellinese ha ricevuto un inaspettato e importante premio, grazie al dipinto "Lo scudo di Eràcle", attribuitole da Vittorio Sgarbi e Sandro Serradifalco a seguito della selezione al Premio Internazionale Arte Milano.

 

Anche il 2018, però, si preannuncia ricco di soddisfazioni. Anna Galanga, infatti, dal 19 gennaio al 21 febbraio, sarà ospite in una interessante mostra, "EXPO Bologna", presentata dal noto storico dell'arte, prof. Philippe Daverio, che ha selezionato, con l' ausilio dei galleristi prof. Rubens Fogacci e prof.ssa Deborah Petroni, le opere esegetiche di 35 artisti italiani.

 

“Entrare nella prestigiosa Galleria Vikiarte di Bologna, - ha affermato Anna Galanga - in uno spazio espositivo di 300 metri quadri nel centro storico di Bologna a pochi passi dal famoso Nettuno, è una fantastica sorpresa, un incontro inaspettato coi lavori di artisti dalla personalità decisa e precisa, riconoscibili da subito per la loro cifra e particolarità stilistica”.
“Lo spiritoso storico dell'arte Philippe Daverio – ha aggiunto Galanga - ha sottolineato inizialmente la “bizzarria” del titolo del dipinto, “Il vestibolo delle Templari”, poiché nel suo ricordo esistono solo “I Templari”, e da qui la discussione ha assunto i caratteri di quell’ironia, potrei dire ariostesca, dove il sorriso del professore conferiva vivacità al mondo fantastico e irreale del mio quadro”.

 

Il critico ha apprezzato l'espressione artistica della tiranese con la quale, a fine percorso espositivo, si è intrattenuto in un piacevole colloquio molto informale. Infine, è ritornato davanti al dipinto dove ha rilasciato una breve intervista parlando di quanto ha percepito nella globalità delle opere affermando: “La situazione è molto divertente in realtà perché questo è l’opposto della Biennale di Venezia. Alla Biennale si arriva se si è raccomandati, se si appartiene in qualche modo ad una frangia in qualche modo legata al grande mercato internazionale. Sembra che Venezia parta dalla teoria che in Italia non possano esserci artisti perché il vero artista deve avere un contratto con una galleria di New York. Bologna è l’opposto. È un luogo di resistenza sociale e di resistenza politica, e la resistenza politica in questo momento è fondamentale per quello che ci definisce. In ognuno di questi artisti, nel bene e nel male, c’è questa volontà di esistere; alcuni sanno fare questo mestiere, altri ci stanno provando. Ma non importa: quello che conta qui, ed è anche ciò che è divertente, è partecipare".

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