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Tirano, il metano che non dà una mano

CRONACA - 25 02 2019 - Marco Travaglia

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/franco spada

Nel giugno del 2012, il Consorzio della Media Valtellina per il trasporto del Gas aveva deliberato la costruzione di un nuovo tratto di metanodotto che avrebbe dovuto raggiungere, entro il 2015, Bianzone, Villa di Tirano e Tirano. Nel 2016, Dario Belotti, direttore del Consorzio della Media Valtellina per il Trasporto del Gas, aveva dichiarato al nostro giornale che non era ancora stato individuato il distributore locale di gas incaricato di realizzare la rete di distribuzione. Lo stallo è continuato fino ai giorni scorsi e il metano, da promessa di risparmio per le famiglie, si è trasformato in una chimera. Il perché ce lo spiega il Sindaco di Tirano Franco Spada.

 

Buongiorno Sindaco, qual è lo stato attuale della situazione?

Per normativa nazionale, compito di procedere alla metanizzazione del territorio è delegato alle autorità d’ambito. Nel nostro caso si tratta di “Atec 3 Como-Sondrio”, che ha come capofila e gestore delle gare il comune capoluogo della nostra provincia.

Anni fa, la scelta politica nazionale fu di procedere a ingenti spese pubbliche statali per infrastrutturare il territorio italiano di reti di gas (energia non rinnovabile) per energia termica sulla scorta di grosse concessioni gas di Eni in Libia ed Egitto (politica estera italiana) e investimenti in infrastrutture (gasdotti in Libia ed Egitto e gasdotto dal medio oriente con arrivo in Puglia Tap).

 

E ora?

Ora la situazione politica completamente dissestata nel Nord Africa e il blocco della Tap in Puglia ha di fatto da anni bloccato gli investimenti pubblici sulle infrastrutture, conservando di fatto un monopolio di fornitura da parte del gas russo; a questo proposito il costo del gas è aumentato del 27,6%. Tale situazione ha rallentato fortemente gli investimenti pubblici su reti gas, anche in Valtellina.

 

A Tirano è poi presente un'altra importante realtà, il teleriscaldamento...

Infatti, un'altra considerazione da fare, più volte personalmente rappresentata in riunioni pubbliche ed in consiglio comunale, è che il gas non è una fonte rinnovabile mentre la biomassa lo è; sostituire inoltre il riscaldamento domestico a biomassa con il gas significa, a parità di costo, dare risorse locali alla Russia ed al fisco generando localmente 3/4 posti di lavoro, mentre il teleriscaldamento a biomassa, a parità di costo complessivo dell’energia, mantiene i soldi localmente e genera, direttamente e indirettamente, circa 80 posti di lavoro. Economia circolare.

 

Secondo lei, Tirano ha ancora bisogna del metano?

Nel maggio 2017 scrissi una lettera al comune di Sondrio che è esaustiva delle richieste del comune di Tirano: richiesta di fornire di gas le frazioni di Tirano e le aree periferiche non servite da teleriscaldamento e l'area industriale di Tirano. La gestione operativa di tale settore, per Legge, compete al comune di Sondrio. In questi anni lo Stato, per le considerazioni fatte prima, ha rallentato i tempi di investimento e le risorse. Tirano e’ allo stato attuale, in Italia, la città con miglior parametri di produzione rinnovabile di energia in rapporto ai consumi totali e questo, oltre che un valore etico e sociale, rappresenta in prospettiva un grosso potenziale valore economico ove, come pare protenda la politica nazionale, si vada verso normative ecologiche che consentano la riduzione dei costi energetici per città e comunità che producono e scambiano energia rinnovabile.

 

Ha poi ricevuto risposta dal comune di Sondrio?

No. Anche perché credo che il problema, come detto sopra, sia la mancanza di fondi da parte dello Stato...

 

Marco Travaglia

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