Le parole sono pietre. steli, musei...
CRONACA - 03 10 2021 - Bernardo Gabriele Ferrari
Da sempre ho insegnato ai miei figli: I FIORI SONO GRATI SE LI LASCI DOVE SON NATI. Ma ciò vale anche per le steli preistoriche trovate in valle??? I nostri vecchi quando costruivano i muretti a secco nelle vigne, nelle mulattiere, avevano il buon senso di lasciare la parte incisa visibile ai passanti, pur non capendone il significato. Noi le abbiamo asportate e portate nei musei, per una maggiore visibilità e sicurezza. BENE, BEN FATTO. L'ultima in ordine di tempo mi sembra sia stata quella di Migiondo e portata nel museo dell' ospedale di Sondalo. Mi ricordo la mia prima visita al Museo Archeologico a Milano, 50 anni fa, con in bella vista al centro del cortile il masso di Borno ( dei nostri cugini camuni ). Quindi mi chiedo se è opportuno dimenticare UN ALTARE PREISTORICO in un bosco, difficile da trovare (eccetto una manciata di esperti ) abbandonato da tutti. Era stato trovato nel dicembre 1975 dal G.A.T. Sarebbe cosa buona e giusta valorizzarlo portandolo in un museo, anche se occorre buona volontà a causa delle dimensioni e del peso. Certo che se penso a quanto ho visto con le mura etrusche o a Stonehenge, mi sembra un gioco da ragazzi. Ma andrebbe conservato in un museo all' aperto mantenendo lo stesso orientamento e la stessa inclinazione. Gli aruspici facevano riti mettendo il sangue nella vasca squadrata per vederlo scorrere nei canali e coppelle... Quindi il concetto generale che I MASSI SONO GRATI DOVE SON NATI (come i MENHIR a CARNAC in Bretagna) deve essere valutato caso per caso. Altrimenti, tutti i musei del mondo non avrebbero senso di esistere. Bernardo Gabriele Ferrari
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