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La “Ganda Beach” dei miei tempi

CRONACA - 21 08 2019 - Méngu

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Sicuramente alcuni sorrideranno nel leggere ciò che dirò riguardo una bella e assolata spiaggetta che esiste tutt’ora e che potete ammirare se vi recate alla confluenza tra l’Adda e il Poschiavino in località Ganda. Sarà poca cosa, ma ditemi se Tirano, città turistica e del terzo millennio ne ha una migliore. Quegli arbusti che vedete nella foto dietro la spiaggetta facevano da spogliatoio. V’era, e parte vi è ancora, una stradina sterrata che partiva dal ponte sulla statale e che accompagnava il torrente Poschiavino per tutta la sua lunghezza fino e che poi risaliva verso Tirano a lato Adda. I prati retrostanti alla stradina andavano senza soluzione di continuità quasi fino alla stazione ferroviaria di Tirano. Due o tre capannoni quali il casello della ferrovia, la polveriera e il “vecchio mulino” facevano pinnacolo in tutta quella spianata verde.

 

Per noi quella zona di prati e campi, nelle calde estati, era il vasto ingresso alla nostra spiaggetta senza pagare una lira. Non eravamo i soli, e facevamo a turni con altri ragazzi delle contrade di Tirano per godercela. I “ragazzi bene” , intendo quelli di piazza Cavour e di S. Carlo di solito andavano a bagnarsi in località Colonia, presso la zona ora chiamata Parco degli Olmi dove vi era un fabbricato del comune e più a lato due vasche alimentate da un rigagnolo d’acqua derivata dall’Adda. A noi non piaceva bagnarci in quell’acqua poiché le vasche erano melmose e l’acqua quasi stagnante. Loro, i signorini bene, facevano il bagno con il costume, noi di S. Maria in mutande e in loro mancanza anche in braghe corte. Era una gran bella differenza d’eleganza la nostra con la loro. Le nostre mutande bianche, dato l’usura erano molte volte larghe. Bagnate si allungavano quasi fino alle ginocchia come uno straccetto e “ l‘albaradam” sgusciava a destra o a sinistra.

 

Non saprei dirvi se fosse un guaio per noi perché quando facevamo il bagno in quella spiaggetta , sulla stradina circolavano le nostre amichette in bicicletta che ci scrutavano coprendosi gli occhi con la mano dalla dita larghe per non vedere, le santarelline. Ricordo che Annalisa, forse la più vispa e dalla vista d’aquila si fermava sulla stradina, chiedendoci se l’acqua era gelata. Noi come pappagalli rispondevano: “E' un brodo vieni anche tu a fare il bagno “. Lei, la furbetta, con veloce pedalata si allontanava sulla stradina salutandoci con il pollice sul naso gridando “maramàu, màu, màu“.

 

Passavamo gran bei pomeriggi su quella spiaggetta dalla sabbia fine e dai ciottoli tondi come un uovo, lisci come coralli e che paragonavamo “alle biglie“ che mamma natura ci aveva fornito. Chi legge non sorrida per commiserazione: noi ci divertivamo con poco, ora vedo giovani annoiati e malinconici con molto. Carissimi, in conclusione, oggidì e nei giorni di calura in Tirano per stendersi al sole sulla sabbia fine e dorata e per godere della frescura della acqua del Poschiavino e dell’Adda dove di può andare? Qualcuno direbbe: “amò giù la giù àla Ganda ‘n chèl tòch de spiàgia ” (ancora laggiù alla Ganga in quel pezzo di spiaggia). Eh, no, non si può più! Non è consigliabile per le piene d’acqua negli alvei! Noi lo facevamo a nostro rischio e pericolo, come lo facevano i ragazzi di Madonna di Tirano e i Villaschi tuffandosi dal ponte sulla statale nel canale di scarico della centrale Poschiavino a volte con eventi drammatici.

 

Orbene, i tempi sono mutati, le esigenze sono diverse, tutto deve essere fatto in sicurezza ed è giusto, giustissimo. Forse sarebbe bello, però, avere, nel nostro territorio una struttura confortevole all’aria aperta che faccia ricordare quei deliziosi momenti godendoci il sole, le acque fresche o calde senza doverla cercare altrove con estenuanti e costosi viaggi.

 

Méngu

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