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INTERVISTA ESCLUSIVA AD AWA LY: "TORNERO' SICURAMENTE A TIRANO"

CRONACA - 09 08 2014 -

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/ Da sinistra: Awa Ly e Massimo Giangrande.
Da sinistra: Awa Ly e Massimo Giangrande.
Come abbiamo avuto modo di scrivere in questi giorni, la straordinaria Awa Ly è stata ospite del "Mi piace Tirano festival". Cantante e attrice francese, di origine senegalese e romana d'adozione, ha conquistato il pubblico di Tirano con tre performance eccezionali che hanno coinvolto tutto il pubblico presente. Allora Awa, come è iniziata la tua carriera artistica? La mia carriera artistica è iniziata nel 2005 come cantante; ho iniziato a fare la cantante come mestiere anche se è strano quando fai della tua passione un lavoro considerarlo un mestiere. In questi anni si sono aperte anche delle parentesi con il cinema (tra cui un ruolo, nel 2011, in Nessuno mi può giudicare accanto a Paola Cortellesi e Raoul Bova, Ndr), ma la passione rimane la musica. Che cosa hai studiato e che cosa volevi fare da grande? Sicuramente non pensavo di fare la cantante, non lo immaginavo nemmeno. Mi sono laureata in economia e commercio negli Stati Uniti e quando ero venuta a Roma dovevo fare uno stage post laurea di sei mesi presso un canale della Stream (la piattaforma satellitare che ha preceduto SKY, Ndr) e poi con Sitcom; mi occupavo della compravendita di programmi televisivi. Nel frattempo la musica ha preso il sopravvento e mi sono licenziata per poter vivere di quello. Com'è successo? Con incontri pazzeschi con musicisti romani; andavo a vedere un sacco di amici suonare e participavo ad un sacco di jam session per divertimento. Dopo un po' di jam session alcuni amici mi hanno chiesto: "peché non vieni regolarmente?" E poi: "Perché non in un gruppo?",  "Perché non fai delle tue canzoni?"... In Francia non cantavo neanche davanti al pubblico... Cosa cerchi di esprimere con la tua musica? E' una domanda a cui non saprei rispondere... In realtà non mi piace trasmettere niente in particolare, se non cercare di coinvolgere il pubblico con una reazione individuale, in base a quello che sente... Ovviamente (dice sorridendo) spero che il pubblico passi un bel momento. E' una domanda difficile perché anche per me ogni serata è diversa, frutto dell'alchimia con il pubblico, l'energia che ti trasmette, anche con Massimo (il musicista che la accompagna, Ndr)... Ci sei riuscita qui a Tirano a coinvolgere il pubblico? A Tirano spero di sì: dire di sì (sorridendo) è un po' pretenzioso... Al di là delle tue performance, come ti sei trovata in generale? Mi sono piaciuti tantissimo: il pistacchio del Toldo, i pizzoccheri, il trenino rosso del Bernina... Tutta la gente che ha organizzato l'evento. Si sente che avete coesione, almeno questo piccolo gruppo di persone:  è bello da vedere. E poi avete questa tradizione, non so se è tradizione dell'accoglienza, ma io mi ci ritrovo molto perché anche in Senegal è cosi. Noi la chiamiamo Teranga, che è l'ashtag del Senegal, l'arte di ricevere, far sentire l'ospite come se facesse parte della casa, della famiglia. Tirano mi è piaciuta, e ci torno di sicuro... Ho avuto la fortuna di fare tantissimi concerti; raramente, nei posti dove sono andata, mi son trovata male, ma qua mi sono trovata mooolto bene! Qual'è stata l'esperienza più bella della tua carriera artistica? Mmh, domanda molto difficile: io cerco di far tesoro di tutte le esperienze. Ho incontrato e lavorato con grandi artisti... se ti devo dire una cosa dove mi sono emozionata tanto è stata la prima volta che con il gruppo ho suonato le mie canzoni in pubblico: il primo concerto da Awa Ly. In passato ho fatto cover, ma l'emozione che provi quando canti le tue canzoni, sperando che piacciano... Molto emozionante è stata anche la prima volta che ho cantato in Giappone, un Paese che amo: è stato magico perché il pubblico era completamente diverso da quello abituale, meraviglioso. Poi il Tour con Pino Daniele: mi ha segnato sia a livello professionale che umano. E poi la prima volta che sono venuti a vedermi i miei genitori: alla fine del concerto mio padre mi ha detto: “ora ha capito che fai sul serio”. E' stato molto bello perché era molto contento; e anche per me è stato importante perché mi ha trasmesso la sua serenità.

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