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In ricordo di Maria Grazia Ferrari

CRONACA - 31 03 2020 - Carla Soltoggio Moretta

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/mariagrazia ferrari

Ci ha lasciati Maria Grazia Ferrari, “spentasi nella pace del Signore”, socia dagli anni lontani, sempre presente e attiva fino a quando la salute glielo ha permesso. Ci parla ancora attraverso le poesie e la riproduzione dei suoi quadri in Giorni del passato continuo, pubblicate con il patrocinio di UNITRE nel 1998 e A passo leggero nel 2007, presentato da padre Camillo de Piaz.

 

Lascio la parola a Anna Allington Parish Pedeferri. “ Quaranta e forse più anni: è il percorso artistico spirituale di Maria Grazia Ferrai, donna colta, ma rimasta, nonostante i macigni sisifiani della sua esistenza con un cuore bambino nella purezza, naturalezza, ed intensità con cui reagisce davanti alla materia incantata della creazione. Sinfonie siderali, orizzonti marini senza confini, fondali oscuri e minacciosi, deserti orientali con i loro anemoni di sangue di Cristo, visioni apocalittiche che si contrappongono alla contemplazione di una farfalla o di un’umile calla, fiore di linea essenziale come è essenziale il linguaggio poetico con cui si esprime... ”.

 

“Diciamo intanto che la poesia non è l’unica delle arti in cui si è industriata nel corso di una vita con i suoi travagli, ma culturalmente ricca”, sostiene padre Camillo.”Una volta assodato il suo collocarsi all’incrocio fra la poesia tradizionale e quella più recente ... il narratore e poeta da lei più assiduamente frequentato, diciamo il suo modello, Cesare Pavese.”

Maria Grazia ce li aveva dati per la nostra biblioteca e donato numerose copie per Soci e Docenti, che le hanno molto apprezzate in vari “pomeriggi di poesia”.

 

Forte il legame con l’Associazione. Nel maggio del 2012 rievoca con intensa passione incontri, viaggi, lezioni, docenti e conclude: Questa è un po’ la vita dell’UNITRE che ho vissuto e alla quale sono molto grata per tutto ciò che mi ha permesso ancora di conoscere alla mia età in una splendida atmosfera di amicizia e di cordialità speciale nella nobile sfera della cultura che ci rende saggiamente consapevoli che “Chi più sa più sa di non sapere”. Ho sempre infatti pensato che la conoscenza genera l’ansia del conoscere, come un albero che produce rami, rami, e poi ancora rami all’infinito.”

 

Personalità complessa, dall’animo di artista, si è espressa anche con dipinti e composizioni varie. Lo dimostra il testo Guardando e sentendo “L’urlo” di Eduard Munch, un inedito, scritto nel 1994 quando fu rubato quel quadro. In un susseguirsi di poesie e dipinti è il viaggio, il sogno di un uomo, un artista, che si lascia avvolgere dalla musica e da una atmosfera rarefatta ed evanescente. In realtà il protagonista è ”l’alter ego”, “l’urlo” di Maria Grazia, che nell’arte ritrova se stessa e tutta l’umanità.

Nel marzo del 2016 riprende lo scritto, il cugino Piero Maletti inserisce la riproduzione dei dipinti citati, il socio Martino Parisi lo digitalizza, io lo presento in UNITRE.

 

É felice, anche se non può essere presente. Ma ha cambiato la prospettiva. Nel 1994 si identificava nel grido disperato “uccidete il chiaro di luna” di Marinetti e terminava il suo viaggio-meditazione con la sofferta affermazione E fu notte fonda”. Nel corso del tempo ha vissuto e interiorizzato le sue sofferenze, ne ha intuito il limite e il valore. Ha approfondito e accolto l’interpretazione dell’illustre critico d’arte e amico Luigi Tallarico sulla religiosità di Marinetti, sulle forze imponderabili del cosmo che innalzano l’uomo “al di sopra della vita operante per entrare nei misteri e in altre speranze”.

Maria Grazia integra il testo e conclude: “Ma nel profondo silenzio universale un uomo pregava. Era Filippo Tommaso Marinetti.”

 

Carla Soltoggio Moretta

 

Testo integrale e foto pagg. 78 e 92 del libro "UNITRE DI TIRANO 1994-2012: i nostri primi 18 anni” pubblicati sul sito UNITRE di Tirano con i seguente indirizzi:

https://www.unitretirano.it/pubblicazioni.html e https://www.unitretirano.it/25ott_assemblea.html

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