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Gli undici sindaci di Tirano che ho conosciuto

CRONACA - 27 02 2019 - Méngu

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Vista di Tirano, città del vino e del chisciöl

Posso dire di essere stato fortunato: ho conosciuto undici Sindaci della mia città. Il primo conosciuto è stato Bernardino Mazza (1946-1949); da bambino ricordo d’averlo conosciuto quando mia nonna ha rinnovato in Comune “il patentino” per la vendita di vino, birre e gazzose all’osteria in quel di Ronco. Allora la mulattiera Tirano-Trivigno era un via vai di persone, molti si fermavano a Ronco per ammirare il panorama della vallata di Poschiavo e bere il calicino; oggi purtroppo non più, e l’osteria della Virginia ha chiuso nel 1959.

 

Il secondo è stato Balilla Pinchetti (1949- 1951) letterato, poeta e antifascista, lo ricordo per i suoi discorsi presso il monumento dei caduti  in Tirano e per le sue raccolte poetiche. La città di Tirano fu riconoscente intitolando a suo nome un Istituto Tecnico. Il terzo Ermenegildo Cattaneo (1951- 1956) , severo, alto e magro lo ricordo con affetto. Fuori della sua bottega di tessuti in Tirano, mentre noi ragazzi andavano a scuola, a campione, ci fermava chiedendo se avevamo studiato.

 

Il quarto  Benedetto Della Vedova (1956-1960), il  quinto  Andrea  Panizza (1960- 1964) , il sesto Aldo Oberti (1964-1970), il settimo Lorenzo Maganetti (1970-1990), l’ottavo Flavio Poluzzi (1990-1999), il nono Giordano Rossi ( 1999- 2004), il decimo Pietro Giovanni Del Simone (2004- 2014) e l’undicesimo Franco Spada ( 2014 – in carica).

 

Ho ricordato alcune caratteristiche dei  sindaci Balilla Pinchetti ed Ermenegildo Cattaneo perché quei due Sindaci, nel mio immaginario di ragazzo, rimangono come i “grandi padri“ di Tirano. Ora, che sono vecchio, pensandoli tutti e undici non posso che ringraziarli, unitamente ai tantissimi collaboratori che ho conosciuto, per l’impegno profuso per far bella e produttiva la nostra cittadina. Chi ha ben presente, come me, Tirano con le sue frazioni negli anni ’50 e guardandola ora dall’alto, c’è da stupirsi del progresso avuto. Tirano s’è quadruplica in estensione.  

 

Qualcuno, leggendo questo mio punto di vista, immagino, forse torcerà il naso dicendo che si poteva fare di più. Qualcuno dirà che il tiranese è stato troppo cementificato, un altro brontolerà che per esigenze nazionali abbiamo dovuto dare il passo ad una grandiosa linea elettrica, altri diranno che alcune contrade storiche sono state dimenticate, così come alcune frazioni, zone, strade della montagna. Altri ancora alzeranno la voce per la dimenticanza di molti Sindaci di non avere progettato e realizzato un parco degno di Tirano.  

 

E va bene! Ma, tutto sommato il lavoro fatto in questi anni dai 12 sindaci del dopoguerra (ricordiamo anche Nicola Lucini: 1945- 1946)  è sicuramente positivo e, come si sa, in ogni cosa che si realizza si può affermare che “l’appetito vien mangiando“ e la sana critica è necessaria e salutare per migliorare le cose e anche  rimediare agli errori fatti.  

 

E va bene! Ora, a breve, avremo la tangenziale che, deviando il  traffico pesante e parte del normale, porterà numerosi frutti a Tirano. Mi permetto di lanciare un appello ai nostri giovani: non lasciate il nostro paese per altre mete lavorative. La nostra Valle, a ben guardare, offre molte opportunità, forse non di grande guadagni, ma di molte soddisfazioni. Ciò che faranno ora i giovani con sacrificio sarà un forziere di salute e di benessere per il loro figli un domani. Abbiamo quindi sempre più bisogno di Sindaci di grande ingegno e professionalità, in questi tempi post- moderni e di grande burocrazia e di “difficoltà di agire“ per guidare i giovani alla valorizzazione del nostro territorio e in particolare per mantenere “l’isola felice“ (la nostra Valle)  che sembra essere sommersa da una onda lunga che poco non si confà alle nostre tradizioni e modi di vivere.  

 

Méngu

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