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Fiume Adda e torrente Poschiavino, perchè piangete?

CRONACA - 10 08 2020 - Ivan Bormolini

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/erbacce Tirano

(Di I. Bormolini) Una di queste mattine sono passato dalla porta Poschiavina ed ho attraversato il ponte vecchio. Questi sono luoghi che ben si prestano a fare fotografie e non pochi turisti amano immortalare il nostro bel fiume e i panorami... Bello ,per modo di dire, era bello.

Guardando gli argini, ho notato una vegetazione rigogliosa che ben si discosta da un'immagine di pulizia e decoro, in alcuni punti e non solo del centro, arbusti e pianticelle arrivano ben sopra gli argini. Dal ponte di via della Repubblica percorrendo l'inizio di via Lungo Adda Battaglione Tirano sino ed oltre l'antica porta, la situazione mal si sposa con quella che dovrebbe essere una città a vocazione turistica. Stessa cosa, in maniera più o meno evidente, per tutto il resto degli argini che attraversano Tirano.

Ho sempre pensato che il fiume Adda sia un valore aggiunto per la nostra città, e così vedendo tale spettacolo ho deciso di intervistarlo.

 

Buongiorno fiume, la vedo un po' triste oggi, cosa c'è che non va?

Guarda tu stesso, il mio letto dopo l'alluvione dell'ottantasette, è stato liberato dai detriti, per settimane macchine operatrici e camion, hanno trasportato altrove tutto ciò che la furia delle acque di quei terribili giorni aveva depositato sul mio alveo.

Negli anni successivi sono state eseguite, per un lungo tratto che passa anche dal centro di Tirano, opere di riqualificazione che mi hanno ridato una bella immagine. Ed ora guarda tu stesso i miei argini, sono pieni di erbacce, piante di ogni genere che ogni giorno crescono a vista d'occhio. Se ripenso alla loro storia mi vengono i brividi.

 

Cioè, mi dica...

Nella prima metà dell'800, finalmente il mio corso veniva definitivamente inalveato con le attuali arginature. Queste erano opera dei dominatori austriaci. Se ci pensi bene era stata un'opera ben fatta, che consentiva ai tiranesi di non vedermi più come una sorta di nemico capace di minacciare le colture e l'abitato. In loro era ancora ben vivo il ricordo di quel 16 maggio del 1807 quando la furie delle acque che mi attraversavano, aveva spazzato via alcune case ed il vecchio ponte in pietra di porta Poschiavina. Oggi, se l'ingegner Carlo Donegani che aveva progettato e realizzato questi argini, vedesse in che stato sono certo avrebbe qualcosa da ridire e giustamente.

 

E adesso che fare?

Io sono un antico fiume, spero che presto le solide arginature vedano nuovamente la luce. Sai ho sentito dire che anche il mio cugino, il torrente Poschiavino non se la passa bene, forse è messo peggio di me, prova a sentirlo, magari ti dice qualcosa.

 

[Ho ringraziato il fiume per per quelle parole e mi sono diretto in quel di Madonna. Lasciata l'auto nel parcheggio di via Sondrio, ho visto che gli spazi verdi attorno a questi sono ben tenuti e offrono a chi ne fa uso, un bel biglietto di benvenuto che ben si sposa con la grande storia della vicina piazza Basilica e del grande santuario, baluardo di fede, cultura e arte.

Mi è bastato alzare gli occhi per constatare che il fiume Adda aveva ben sentito quelle voci sul torrente Poschiavino, ed allora ho iniziato a fare qualche foto.

Ad un tratto una voce quasi timida e ben lontana da quel furioso gridare del 1987, mi ha salutato con un pacato buongiorno. Mi sono guardato io giro, ma non c'era nessuno. Ed eccola di nuovo quella voce... ]

 

Sono io il torrente Poschiavino, vedo che sta facendo fotografie è forse un geometra o qualche addetto alla pulizia della boscaglia che mi attanaglia?

 

No, sono un redattore di un giornale locale, lo sa che è stato il suo cugino fiume Adda che mi ha mandato da lei?

A si, le nostre acque si uniscono più a valle, come se la passa?

 

Non bene proprio come lei, ho risposto al torrente. La vedo preoccupato, mi dica, che succede?

Cosa succede lo vede lei stesso, mi vien da piangere, in alcuni tratti le acque a malapena riescono a vedere la luce del giorno e guardi, i miei argini in certi punti sono quasi invisibili. Chi transita sul bel ponticello pedonale poco più a monte ormai non fa più nemmeno fotografie....Già cosa mai si dovrebbe immortalare se non un così brutto spettacolo. Diciamocelo chiaro un po' di verde ci starebbe anche ma così è troppo. Se poi dovesse succedere qualcosa come in quell'ultima alluvione, non venite a chiedere a me il motivo.

 

Che brutte cose che mi dice, se penso poi alla sua storia, davvero non so che dire.

Lei ha ragione, mi dicono che ci sono antiche mappe che mi vedevano scorrere nell'attuale piazza Basilica, in quei tempi era detta zona della Folla.

Sa cosa le dico in quei lontani secoli, il mio letto passava vicino al palazzo San Michele e univo le mie acque con quelle del fiume Adda a pochi passi da qui. Qualcuno per ricordare quell'incontro ha chiamato la piccola zona, sotto lo storico cinquecentesco palazzo via Miscent, anticamente detta luogo dei Miscenti o del mischiarsi delle acque.

Che ricordi, in quel tempo mi custodivano meglio di oggi. Hanno poi fatto bene ad allontanarmi dalla piazza Basilica, ma adesso...

 

 

Ho usato un po' di ironia nel raccontare queste due storie, io non so chi abbia il compito di segnalare o intervenire e soprattutto non voglio fare polemiche o strumentalizzazioni. Ma il punto è che vedendo tali situazioni, ritengo che il tutto non giovi all'immagine di Tirano, di Madonna di Tirano e dintorni. Vi lascio alle foto...

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