Due panchine europee inaugurate al Mortirolo

Sono le più alte d'Europa nel loro genere e una è stata dedicata allo scomparso presidente del Parlamento europeo David Sassoli, mentre l'altra sarà intitolata a Lionello Levi Sandri, ex commissario europeo per l'occupazione, gli affari sociali e l'integrazione.

Due panchine europee, ovvero dipinte col colore azzurro intenso e le dodici stelle gialle della bandiera europea, sono state installate in posizione panoramica al passo della Foppa, meglio conosciuto come Mortirolo, dove sono state inaugurate domenica scorsa alla presenza dei promotori dell'iniziativa e di diversi cittadini provenienti dalla Valcamonica e dalla Valtellina. Alcuni sono giunti appositamente in bicicletta affrontando i duri tornanti della salita, e fra loro era presente pure Luca Sassoli, cugino di David, che ha voluto partecipare alla cerimonia dopo avere appreso del suo svolgimento.

Artefici del significativo evento sono stati il sindaco di Mazzo, Franco Saligari, che ha personalmente messo a disposizione entrambi i manufatti, Ezio Gulberti di Edolo, esponente dell'associazione delle Fiamme Verdi camune, e i militanti della Gioventù federalista europea, ideatori delle panchine europee, rappresentati nella circostanza da Stefano Morcelli. La giornata, per volontà dell'Ecomuseo della Resistenza in Mortirolo, è stata impostata sul ricordo della lotta di liberazione dal nazifascismo che fu combattuta nella zona del passo nel corso del secondo conflitto mondiale. L'intenzione è quella di proclamare il Mortirolo luogo della memoria storica europea l'anno venturo, in occasione della ricorrenza dell'80° anniversario della Carta di Chivasso, una sorta di Manifesto di Ventotene dei resistenti delle valli alpine.

Ma la manifestazione ha rivestito pure un aspetto ambientalista, in quanto in mattinata due gruppi di volontari, impegnati rispettivamente sul versante camuno e su quello valtellinese, hanno provveduto alla pulizia della strada raccogliendo un consistente quantitativo di rifiuti abbandonati sui bordi del tracciato asfaltato.   

Guido Monti