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Camoscio decapitato, CABS: "Arroganza del bracconaggio italiano"

CRONACA - 14 08 2019 - Redazione

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/caccia

Un camoscio privato della testa. Questo quanto riportato dalla stampa in merito al ritrovamento del corpo decapitato rinvenuto nel territorio protetto della Val Gerola.

 

Come già emerso, il camoscio parrebbe essere stato vittima di un bracconiere di trofei. Secondo il CABS, l'associazione di volontari esperti di antibracconaggio, si tratta del secondo ritrovamento avvenuto in nord Italia in poche settimane. Lo scorso giugno, infatti, un capriolo privato della testa era stato trovato in provincia di Vicenza.

 

Per i protezionisti questo nuovo caso dimostra come il bracconaggio continui a godere nel mostrare tutta la sua arroganza. "Gente senza scrupoli - ha commentato il CABS - si è ormai specializzata in questi traffici che arricchiscono evidentemente un fiorente mercato di trofei. Purtroppo le ammende che la legge sulla caccia contrappone a un fenomeno tanto cruento, sono ridicole. Si tratta - hanno aggiunto i protezionisti - di semplici reati contravvenzionali, sanabili con una multa. Per di più con massimali rimasti surgelati da 25 anni, caso più unico che raro. E ogni volta che si parla di aggiornare le sanzioni, i cacciatori fanno fronte comune per bloccare ogni iniziativa".

 

Stante quanto riportato da organi di stampa. su facebook si sarebbe invece sviluppato un acceso dibattito su quanto occorso al camoscio: la sensibilità delle persone, evidentemente, va molto oltre quella dei legislatori.

 

Il CABS invita nuovamente a riformare i vecchi e blandi reati venatori, predisponendoli con nuove pene afferenti alla categoria dei reati delitti, così come già avviene per gli animali d'affezione"

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