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Aprica, orsi rilasciati a "porte chiuse" nell'Osservatorio

CRONACA - 21 08 2019 - Redazione

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/Orsetta che divora un formicaio
Orsetta che divora un formicaio

Lunedì 12 agosto, a “porte chiuse” per non spaventare eccessivamente gli animali, è iniziata la tanto delicata quanto affascinante operazione di rilascio all’interno dell’area faunistica a loro disposizione, dei due orsi trasportati all’Aprica dalla Bulgaria lo scorso 4 Agosto all’Osservatorio Eco-Faunistico Alpino nel Parco delle Orobie Valtellinesi. Per una settimana, i due orsi sono infatti stati ospitati all’interno delle rispettive grotte artificiali, senza poter uscire, affinché imparassero a considerarle un luogo sicuro, di loro proprietà e soprattutto dove trovare quotidianamente abbondante cibo. Sono stati alimentati con frutta e verdura di ogni tipo anche per verificare i gusti preferiti dei due esemplari. Mele, arance, pesche, mirtilli, angurie, meloni, frutta secca, carote, finocchi, peperoni, cavoli, insalata, cipolle, pomodori, ma anche carne e pesce e l’immancabile miele, sono stati gli alimenti a disposizione degli orsi che ne hanno approfittato facendo delle vere e proprie scorpacciate che in vita loro purtroppo non avevano mai potuto fare e hanno assaporato sapori insoliti, quasi sempre graditi. Si è osservato, per esempio, che la femmina non gradisce eccessivamente, peperoni e pomodori, mentre il maschio, divora tutta la frutta e la verdura e, sorprendentemente, non mangia mai carne, ma solamente pesce, rivelandosi così un orso specificatamente vegetariano. Il fatto di non mangiar carne è molto strano per un orso e il motivo potrebbe essere attribuito al fatto che magari non gliene sia mai stata data oppure a chissà mai quale altra motivazione che non potremo mai sapere, riguardante il suo triste passato alla mercé di un circo itinerante.

 

Presenti all’operazione di rilascio degli orsi all’esterno delle grotte artificiali dell’area faunistica, vi erano i Veterinari specializzati dell’Equipe medica dell’Associazione “Salviamo gli Orsi della Luna” nominati appositamente nel progetto internazionale riguardante gli orsi giunti all’Aprica, alcuni dei quali erano anche stati in Bulgaria per le operazioni di trasferimento e pronti ad intervenire con narcotici, in caso in caso di eventuali problematiche, essendo gli orsi imprevedibili soprattutto quando vengono rilasciati in nuove dimore, lo studente universitario Matteo Panebianco dell’Università dell’Insubria a Varese che sta raccogliendo i dati per la sua tesi di Laurea proprio sull’adattamento degli orsi provenienti dalla Bulgaria monitorando costantemente e registrando i loro moduli comportamentali, Luisa Meregalli, indispensabile collaboratrice, spesso dietro le quinte, realizzatrice dei disegni didattici e l’immancabile Dott. Bernardo Pedroni ideatore e direttore dell’Osservatorio Eco-Faunistico Alpino.

Il programma stabilito prevede di far uscire all’esterno, per prima, la femmina essendo la più sensibile e successivamente il maschio, alternando le uscite singolarmente per circa dieci giorni, per poi lasciarli uscire definitivamente assieme, dopo essersi accertati che entrambi gli orsi abbiano conosciuto, utilizzato e accettato l’intera area faunistica a loro disposizione.

 

Giunto il momento tanto atteso, la femmina è uscita molto lentamente dalla sua grotta annusando tutti gli odori che poteva trovare nell’aria. Effettuato con titubanza il primo passo sull’erba dell’Area faunistica, si è diretta senza fretta verso il Centro dell’area a disposizione, alzandosi su due zampe più volte, in modo da vedere meglio tutto quello che la circondava. L’orsetta si è subito dimostrata serena e soprattutto desiderosa di uscire all’aperto. Dopo aver bevuto acqua al ruscello dell’area faunistica si è diretta nei pressi del laghetto a disposizione, immergendosi immediatamente. Erano anni che non poteva più fare il bagno dove era tenuta in Bulgaria. E’ stato per lei, sicuramente, un bagno liberatorio e per gli addetti ai lavori che la osservavano, anche commovente.

Dopo essersi immersa per lungo tempo, è uscita dall’acqua e si è trasferita, senza mai correre, nella parte bassa dell’area faunistica, la più lontana dalla terrazza di osservazione e ha iniziato a mangiare l’erba, ma anche ad assaporare le fragoline di bosco, i lamponi e i mirtilli presenti in abbondanza nel sottobosco.

 

Dopo alcune ore, durante le quali l’Orsa ha osservato e percorso l’intera area, vi era la necessità, di farla rientrare spontaneamente nella sua grotta, per trascorrere la notte, anche se, probabilmente, avrebbe desiderato dormire all’aperto nel bosco. Convincerla a rientrare, non è stato difficile, ricorrendo ad alcuni pezzetti di carne e soprattutto al profumo del miele che regolarmente ha mangiato nella settimana tenuta nella grotta. Senza “batter ciglio”, è risalita e ha raggiunto l’ingresso della sua grotta, annusando anche il maschio che un po’ invidioso la osservava fuori dalla grotta, ma ad un tratto, forse spaventata da alcuni rumori o dal desiderio di immergersi nuovamente nell’acqua, è ritornata velocemente a fare ancora un tuffo nel laghetto per poi tornare all’interno della sua grotta, di sua spontanea volontà, mangiando con gusto frutta e verdura messale a disposizione. La mattina seguente è stata fatta uscire, per la prima volta alla presenza di un centinaio di fortunate persone, tra le quali moltissimi bambini, che stavano partecipando alla visita guidata quotidiana dell’Osservatorio. L’orsetta è uscita e ha regalato ai visitatori, molti dei quali non avevano mai visto un orso nella loro vita, la possibilità di poterla ammirare e fotografare anche mentre faceva il bagno nel laghetto. Dopo che i visitatori se ne sono andati per continuare la visita guidata tra gli altri animali dell’Osservatorio, l’Orsetta ha trascorso l’intera giornata all’aperto, rientrando nella grotta alcune volte, in cerca di cibo. Ha effettuato la maggior parte dei moduli comportamentali tipici di un orso, tra i quali strofinarsi con la schiena agli alberi, pascolando, grattando a terra alla ricerca di qualche invertebrato, ha fatto ripetutamente il bagno, ha trascorso più di un’ora alle prese con uno sfortunato formicaio all’interno di un tronco marcescente, divorandolo e grattando il legno con le forti unghie assumendo posizioni particolari sdraiandosi a terra, rotolandosi, accucciandosi proprio come fanno i bambini quando giocano e sono felici. L’orsetta ha terminato la sua giornata scavando per molto tempo sotto terra in una buca che aveva effettuato in precedenza il suo predecessore Orfeo, morto di vecchiaia, quasi due anni fa, ampliandola ulteriormente, probabilmente con l’intento di trascorrervi molte ore dormendo al fresco durante le ore più calde del giorno. Rientrata nella grotta, il giorno successivo è stata nuovamente fatta uscire, per la seconda volta in presenza del pubblico. I suoi atteggiamenti sono stati inizialmente un po’ titubanti, ma subito dopo si è alzata in piedi ripetutamente, per la gioia dei bambini presenti, per poi dirigersi verso il laghetto ed immergersi per alcuni minuti. Durante tutta la seconda giornata all’esterno dell’area faunistica, è rientrata più volte nella sua grotta soprattutto quando si spaventava a causa di rumori inconsueti, dimostrando così che, averla tenuta per la prima settimana nella grotta è servito a fargliela considerare un luogo sicuro dove potersi riparare in caso di bisogno. Alla sera dopo aver passato una giornata giocando, scavando e pascolando, è rientrata nella grotta di sua spontanea volontà per trascorrervi la notte.

 

L’indomani è stata la volta del maschio che già dimostrava impazienza di uscire, nei giorni precedenti vedendo la femmina che poteva farlo. Aperta l’inferriata della sua grotta, anch’esso con un po’ di timore iniziale è uscito annusando l’aria e il terreno. La prima cosa che ha fatto è stata quella di recarsi davanti alla grotta della femmina che lo osservava, volendola annusare e ricevendo subito una “zampata di accoglienza”, rendendosi subito conto di “chi comanda” e di chi comanderà in futuro. Senza troppo scomporsi ha iniziato ad assaporare l’erba che cresce rigogliosa nell’area faunistica, camminando lungo il perimetro per poi dirigersi verso il centro dell’area a disposizione, in particolare nei pressi di un grosso abete sul cui tronco si è strofinato a lungo la schiena ed il collo, così come aveva fatto la femmina il giorno prima, probabilmente attirati dal profumo della resina secca che fuoriusciva dalla corteccia. E’ stato bello, successivamente, vedere anche il maschio fare il bagno nel laghetto, rosicchiando un tronco marcescente immerso parzialmente nell’acqua. Una volta uscito dall’acqua ha ispezionato una altro settore dell’area faunistica dove la femmina il giorno prima aveva scavato, ampliando la buca ed entrando per alcuni minuti. Dopo un’oretta circa, l’orso maschio si è sdraiato per terra a pancia all’aria e, grattandosi la schiena, si è girato e rigirato ripetutamente dimostrando proprio la sua contentezza nel poterlo fare e di trovarsi, dopo tanti anni di sofferenze e costrizioni, in un luogo non solo naturale, ma soprattutto dove poter fare quello che vuole. Dopo alcune ore è risalito dal bosco sottostante verso la grotta, entrandovi, dove gli è stata fatta trovare frutta e verdura fresca. Sono alcuni giorni che gli orsi vengono fatti uscire alla presenza dei molti partecipanti alle visite guidate, all’esterno della grotta, ma sempre uno alla volta, seguendo un rigoroso protocollo prestabilito dal Progetto internazionale, per rendere il loro incontro diretto, più graduale e soprattutto per far loro conoscere tranquillamente la nuova area faunistica all’ Aprica. Fra pochi giorni verranno fatti uscire dalle grotte insieme, e se tutto andrà bene, la fase più delicata per la nuova vita dei due orsi sarà ultimata e gli orsi potranno trascorrere la loro esistenza dimenticando, forse, il loro triste passato.

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