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Agosto, mascherina mia non ti conosco

CRONACA - 22 08 2020 - Ezio (Méngu)

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Guardiamoci in giro. Un tempo si diceva furbescamente: ”E' agosto, moglie mia non ti conosco”. Stessa regola valeva anche per le signore, ma era tacita. La voglia di trasgredire ogni regola si incuneava nel cervello e chi poteva se la spassava per poi avere dei guai dopo. A me sembra oggi di poter dire: “E' agosto, mascherina mia non ti conosco” e i guai li avremo certamente dopo.

 

Guardiamoci in giro, senza voler dar torto o ragione a nessuno a me sembra di vedere “ l’armata Brancaleone, leon, leon” se ben guardo l’uso personale della mascherina. Vedo uno che l’ha appesa all’orecchio sinistro come un pipistrello dormiente, un altro ha imbavagliato il gomito sinistro, un altro l’ha nel sottogola come se fosse stato tracheotomizzato da poco e nascondesse la ferita. Un altro la porta male coprendo un occhio da sembrare un pirata e un altro ancora la porta come bandana. Un altro ancora, forse il più codardo, la porta fino alla sopracciglia pensando forse di passare inosservato da un creditore che lo sta cercando. Ad una signora la mascherina colorata spunta dalla borsetta quel tanto da far vedere che ce l’’ha a portata di mano. Un gruppo di turisti avanza in ordine sparso, con sorrisi triangolari e luminosi entra in un locale pensando di sfidare il virus a colpi di machete.

 

Però devo dire che malgrado il modo strambo di tenersela addosso, la mascherina l’hanno quasi tutti come arma di difesa e di alibi. Tutti si dicono pronti ad indossarla alla velocità della luce quando c’è sentore di coronavirus, ma il virus non è un pistolero ben visibile che sbuca fuori del “ Saloon “ e che ti dice “ Morire è facile ma tu lotta per vivere “. Il virus è leggero come un alito di vento e ti si incunea addosso quando meno te lo aspetti. Quelli “dell’armata Brancaleone leon, leon” credono di essere dei Ringo con la mano sulla mascherina come se avessero una pistola nella fondina (si fa per dire! ) per estrarla e indossarla nel modo giusto, stretta sul viso come un bikini sul sedere, per evitare il colpo fatale. Quel colpo lo senti dopo quindici giorni e ti cambia la vita e ti esilia nel tuo buco. Insomma ognuno sembra un eroe alla propria maniera e i trasgressori sono tollerati come fossero dei monelli impertinenti. E chi vigila ? Semmai le guardie daranno spazio alle sirene della autoambulanze che ululano nelle strade e nei viali con il corpo del reato.

 

E’ agosto! Girare in maschera è faticoso, a molti suda il naso, ad altri toglie il respiro, alle signore toglie la bellezza del viso, ai giovanotti il vigore che appare nelle loro mascelle volitive. Solo agli sdentati fa piacere portarla. Ma è agosto e conviene almeno per qualche giorno rilassarci per aver poi dopo la forza di sopportare la virulenza del mostro. In fondo non è cosi anche quando ci abbuffiamo a mangiare polenta taràgna e lüganéghi e il medico ci aveva detto di stare abbottonati nel trangugiare? Tranquilli, il Mondo è fatto così e non sarà certo una pallina di gelatina circondata da barbetta appiccicosa a farci cambiare modo e costumi. Al massimo pensiamo che a “chi tocca- tocca“ e poi quando siamo toccati ci rivolgiamo al buon Gesù implorando “che se guariamo non lo faremo mai più”.

 

Ezio (Méngu)

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